La rabbia della pneumologa: «Noi chiusi nel fortino, voi a bere spritz in piazza»

Lunedì 9 Novembre 2020 di Camilla Bovo
Maria Rita Marchi, direttore dell'Unità operativa di Pneumologia dell'ospedale di Cittadella
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PADOVA - La foto è stata scattata sabato pomeriggio, poco dopo le 14, in Piazza delle Erbe proprio sotto la scalinata del Palazzo della Ragione, lì dove si affaccia la finestra dell’ufficio del sindaco. L’autore dello scatto, postato su Facebook e condiviso centinaia di volte in poche ore, è il padovano Michele Zaggia, che ha commentato con un laconico «Veneto zona gialla. Piazza delle Erbe ore 14. Cos’è che non si è capito?».

Una domanda che si sono posti in tanti di fronte a quello che si è palesato come un vero e proprio assembramento e che in quanto tale ha suscitato uno sdegno generalizzato. Tra le centinaia di utenti che hanno condiviso il post c’è anche la dottoressa Maria Rita Marchi, direttore della Pneumologia di Cittadella, la scorsa primavera in prima linea nella lotta al Covid (e poi contagiata) all’ospedale di Schiavonia. 

POST MUTO Non aggiungo altro.

Se non che la dottoressa Maria Rita Marchi, direttore dell'Unità operativa di Pneumologia...

Pubblicato da Domenico Scibetta Direttore Generale Ulss 6 Euganea su Domenica 8 novembre 2020


ANSIE E PAURE
Dopo aver visto il post sul social network, la dottoressa Marchi non ci ha pensato due volte a condividere l’immagine, allegando un proprio pensiero che in queste ore, in cui i numeri dei contagi continuano a crescere e le terapie intensive a riempirsi, suona come una severa lezione per educare al rispetto delle regole e delle raccomandazioni. «…E noi saremo sempre pronti ad affrontare questo tsunami senza esprimere giudizi denigratori o manifestare dei pregiudizi. Ippocrate docet. Siamo lì, pronti nei nostri fortini ospedalieri trasformati in trincee Covid, condividendo ansie e paure con splendido personale infermieristico, medico e direzionale. Avevamo sperato in qualche mese di tregua ma non ce lo avete concesso. La voglia di normalità genera egoismo, indifferenza ed ostinazione». 
Il post della dottoressa continua: «Innumerevoli commenti di tuttologi pseudovirologi, opinionisti ai quali sono state affidate delle speranze di controllo epidemiologico mal riposte. E noi siamo qui. Pronti ad accogliere le vostre debolezze che hanno generato il rischio clinico, l’infezione e la malattia. Siete in tanti, facciamo fatica ad accogliervi nei nostri fortini. Siete più giovani, vi stiamo trattando con una modalità più aggressiva perché la malattia lo richiede. Ma non vi giudichiamo. La nostra gioia più grande è quella di riuscire a dimettervi e non di recriminare sulla vostra superficialità. Siamo qui. Buono spritz!!» 


I MESSAGGI
Raggiunta telefonicamente, la dottoressa Marchi spiega di aver scritto il post in un momento di stizza, ma anche di voler far passare un messaggio, forte e chiaro. «Abbiamo bisogno di una mano, qui in trincea – afferma – Le limitazioni imposte finora sono sostenibili. Eppure il rischio di un lockdown generale è dietro l’angolo. Serve una coscienza civica diversa, l’ho sempre sostenuto». Per la pneumologa dell’Ulss6, però, la responsabilità non è solo della persona, ovvero del singolo. «C’è forse stata troppa ambiguità nei messaggi comunicati ai cittadini. Allora è il momento di lanciare un appello, affinché situazioni del genere non si verifichino più». 
IL PRATO
«È proprio per questo che scene come quella vista in Piazza delle Erbe non sono accettabili. – conclude la dottoressa Marchi – Chiediamo la collaborazione di tutti, basta un po’ di senso civico». Il direttore generale Domenico Scibetta le dà supporto: «Non aggiungo altro. Se non che la dottoressa Maria Rita Marchi, lo scorso marzo in prima fila nella lotta al Coronavirus nel Covid Hospital di Schiavonia, di Covid si è ammalata. Delle sue parole è da far tesoro». Un altro assembramento era stato immortalato sempre sabato pomeriggio nell’isola Memmia in Prato della Valle. 
 

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 16:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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