Sassi nella pompa di carburante, l’aeroporto Allegri denuncia: sabotaggio

Martedì 22 Giugno 2021 di Mauro Giacon
Dopo il tragico incidente di sabato, ora anche un presunto sabotaggio all'aeroporto Allegri
1

PADOVA - Sassolini grandi qualche millimetro, infilati nella pistola che rifornisce gli aerei ma soprattutto l’elicottero del Suem-118. Sassi che sparati dentro ai serbatoi sarebbero stati intercettati dal sistema di filtraggio dei velivoli ma se avessero oltrepassato la barriera o l’avessero danneggiata avrebbero provocato conseguenze inimmaginabili. Una probabilità che non è stata esclusa dai tecnici.
Non c’è pace per l’aeroporto Gino Allegri. Dopo l’incidente di sabato che per puro caso non ha provocato una strage, quando un aereo si è schiantato appena oltre la pista a pochi metri da un condominio, provocando la morte del pilota, ora emerge un particolare agghiacciante che risale al 5 giugno, un sabato.
Durante uno dei controlli sulla purezza del carburante nell’impianto all’interno dello scalo, versando il liquido dalla pistola su un catino è fuoriuscita una manciata di sassi del diametro di 5 millimetri.

Immediatamente sono stati bloccati i rifornimenti di tutti i velivoli e l’elicottero del soccorso per due giorni ha dovuto fare carburante in un altro scalo. Il presidente della società che gestisce la superficie, Roberto Carfagna, ha chiesto subito una relazione tecnica sull’accaduto. Che è arrivata lunedì da parte di un ingegnere della “Elitec srl” società ingegneristica specializzata. Il verdetto è stato chiaro. «L’unica spiegazione che è ci è stata fornita nella relazione tecnica è che ci sia stata una manomissione nell’erogatore, collocando fisicamente i sassi all’interno della pistola. Sono sassolini che si trovano nella vicinanze della pompa» continua Carfagna. Dunque i tecnici hanno confermato che “il rinvenimento fa pensare a un atto doloso”.


IL BLITZ NOTTURNO
Insomma qualcuno di notte ha scavalcato la recinzione dell’aeroporto, si è avvicinato alla pompa ed ha compiuto un gesto vandalico le cui conseguenze avrebbero potuto essere imprevedibili. «Un sabotaggio. Sono andato subito in Procura a fare denuncia contro ignoti», prosegue Carfagna.
Le telecamere di sicurezza potranno contribuire a far luce sulla vicenda? «Non credo proprio, sono spente da anni, l’Enac non le ha più riattivate». Eppure oggi lo scalo conta oltre 4mila movimenti l’anno fra voli commerciali, quelli dell’Aeroclub e atterraggi di emergenza sanitaria da tutt’Italia, dai bambini ancora in incubatrice da operare, agli organi per trapianti ai grandi ustionati. Oltre all’elicottero del Suem per il quale è una delle quattro basi strategiche con cui raggiungere ogni parte del Veneto in 20 minuti. Tutti questi mezzi riforniscono, anche se bisogna dire che prima di ogni volo viene effettuato un controllo specifico sul carburante.
Eppure nemmeno i tecnici hanno saputo spiegarsi la presenza di questi “corpi estranei” se non per il fatto che, esclusa ogni altra causa, siano stati messi di proposito. Siamo davanti a uno scalo aeroportuale in mezzo alla città che gli è cresciuta attorno con i condomini a bordo pista. Facilmente abbordabile quindi. Ma non è colpa sua - visto che è stato il primo aeroporto d’Italia realizzato nel 1910 e dal quale D’Annunzio partì per il volo sui Vienna - se è facilmente violabile.
Quello che è certo finora è che le verifiche sulle altre parti dell’impianto hanno dato esito negativo. Sia la cartuccia che si collega con la cisterna che il filtro all’interno della pistola di erogazione sono risultati in ordine, con una minima quantità di granelli di polvere compatibile con l’uso. «Del resto le avevamo cambiate appena sei mesi fa», dice Carfagna.


LE INDAGINI
Intanto continuano le indagini sull’episodio di sabato che ha provocato la morte dell’editore Egidio Gavazzi, 84 anni. Mentre pilotava il suo biposto Beechcraft ne ha perso il controllo in fase di atterraggio, oltrepassando la pista e finendo sulla piazzola di un distributore dismesso. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo ha aperto un’inchiesta contro ignoti per disastro aereo. 
Al momento stanno valutando tre ipotesi: l’errore del pilota, una cattiva manutenzione dell’aereo, e infine un errore da parte degli operatori della torre di controllo. E la discussione sull’opportunità di tenere aperto lo scalo prosegue. «Ha un valore sanitario enorme, a volte lo apriamo anche di notte per voli d’emergenza» chiude il presidente».
 

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci