Palazzine senza riscaldamento: all'aeroporto Allegri casette per i migranti

Sabato 21 Ottobre 2023 di Gabriele Pipia
Palazzine senza riscaldamento: all'aeroporto Allegri casette per i migranti

PADOVA - Sono state costruite da una ditta specializzata che si occupa di alloggi temporanei per l’accoglienza anche in altre regioni d’Italia, ospitano fino a quattro persone ciascuna per un totale di 96 posti letto e sono operative già da ieri. All’aeroporto Allegri di Padova spuntano le casette-container per i migranti. Le palazzine allestite in fretta in furia nella prima metà di settembre, infatti, non sono riscaldate. La stagione fredda è iniziata e nelle prossime settimane sarà sempre peggio: ecco perché la prefettura di Padova si è mobilitata per trovare una soluzione che garantisca un’accoglienza migliore. Il piano prevede che le casette vengano utilizzate almeno fino a dicembre e poi tutto dipenderà dai flussi migratori a livello nazionale ed internazionale.

Impossibile oggi fare previsioni sull’emergenza.


I NUMERI
Liberata la scorsa settimana la palestra di Feriole di Selvazzano, oggi quello dell’aeroporto Allegri è l’unico centro d’accoglienza padovano perché per il resto le cooperative si stanno arrangiando con moltissimi alloggi sparsi in tutta la provincia. L’Allegri è diviso in due aree: quella civile e quella militare. Proprio in quest’ultima, lasciata dall’Aeronautica nel dicembre 2021, da metà settembre vengono accolti i migranti. Attualmente sono un’ottantina e fanno riferimento a tre cooperative: “Percorso vita”, “Un mondo di gioia” e “La mia badante”. 


LA TESTIMONIANZA
Le nuove casette sono già attive per i 40 minori gestiti dalla “Percorso vita” di Luca Favarin. Contattato, l’ex sacerdote conferma: «Questo è un compromesso che permette di umanizzare l’accoglienza, visto che l’alternativa era farli stare al freddo e al gelo. Ci sono anche moduli realizzati apposta per ospitare la mensa. Il dialogo con la prefettura è costante e io avevo spiegato subito la nostra posizione. Andiamo avanti gestendo l’accoglienza di questi ragazzi anche nel periodo invernale, ma farlo all’interno di quelle fredde palazzine non sarebbe stato possibile». 
La soluzione è stata trovata negli ultimi giorni e ora Favarin può sorridere usando una metafora religiosa. «Per questi ragazzi arrivati da poco a Padova non c’era posto in albergo. Possiamo dire che non hanno trovato alcun posto migliore, così come era capitato a Gesù a Natale. Questo è il ripiego migliore che è stato possibile trovare e noi continueremo a fare nel nostro meglio per prenderci cura di loro».


ARRIVI E USCITE
Tra il centro d’accoglienza all’Allegri e gli alloggi delle coop in provincia si contano duemila posti e attualmente ci sono ancora dei letti liberi. In queste ore le cooperative stanno continuando a registrare nuovi arrivi ma anche molte uscite, visto che il 50% di questi ragazzi fa scalo qui ma dopo pochi giorni riparte per altre zone d’Italia o per l’estero.
I migranti giunti a Padova negli ultimi due mesi dall’Africa hanno per la maggior parte tra i venti e i trent’anni anche se nelle scorse settimane è cresciuto il numero di minori. Provengono da diversi Paesi africani e alcuni portano i segni di percosse e ustioni subite durante l’attraversata del Mediterraneo. 


LA POSIZIONE
Intervistato dal Gazzettino, la scorsa settimana il prefetto di Padova Francesco Messina ha fornito interessanti dettagli sulla gestione dell’accoglienza. Il primo: «Il momento più difficile è stato a ferragosto. Avevo avuto dei colloqui con alcuni imprenditori padovani che si erano detti disponibili a dare un aiuto ma poi non hanno più voluto darlo, mettendoci in difficoltà. Il loro è stato un comportamento davvero inatteso e inspiegabile». Il secondo: «Attualmente stiamo reggendo ma dobbiamo farci trovare pronti nel caso in cui ci sia un altro afflusso massimo, per stare tranquilli senza dover ricorrere a scelte estreme. Per questo motivo mi sono rivolto al vescovo chiedendo disponibilità di spazi della Diocesi. Non so quali perché non spetta a me deciderlo e non posso mettere fretta al vescovo, ma mi ha detto che mi darà una risposta e io sono fiducioso. Padova ha gestito l’emergenza benissimo, una risposta positiva dalla Chiesa sarebbe la ciliegina sulla torta».
Rimane una convinzione: «L’Allegri resta una struttura temporanea per piccoli numeri. Non abbiamo un piano per hub o tendopoli». 
 

Ultimo aggiornamento: 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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