Giovane accoltellato dalla 17enne: altri testimoni da interrogare per scoprire il movente. Fondamentali i due amici presenti

Lunedì 15 Gennaio 2024 di Serena De Salvador
Il condominio di via Falloppio

PADOVA - Proseguono le indagini dei carabinieri, delegati dalla procura del Tribunale per i minorenni di Venezia, sull’accoltellamento di un ragazzo padovano di 26 anni, E.S., avvenuto alle prime ore di venerdì in un appartamento di via Falloppio. Nei prossimi giorni verranno convocati altri testimoni e risentiti anche i due giovani che al momento dell’aggressione erano nell’abitazione con la vittima e con la 17enne con cui aveva una frequentazione, ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio. 
La minore si trova da venerdì sera nel penitenziario minorile di Treviso e nelle prossime ore è attesa la fissazione dell’interrogatorio di garanzia.

Nel frattempo le condizioni del ferito restano serie, ma in costante miglioramento.

LE INDAGINI

I fatti avvenuti la notte tra giovedì e venerdì in via Falloppio 83 sono considerati nel complesso chiari dagli inquirenti. Tuttavia resta da precisare un elemento che sarà fondamentale per lo sviluppo del quadro accusatorio nei confronti della 17enne: il movente.
Secondo quanto finora ricostruito l’accoltellamento sarebbe avvenuto attorno alle 4 di venerdì in un appartamento di proprietà della famiglia di un 21enne padovano. In casa c’erano lui (unico residente), la vittima, la minorenne e una ragazza di 18 anni. I quattro, tutti già noti alle forze dell’ordine, avevano passato la serata in alcuni locali della provincia di Vicenza, per poi rientrare a Padova facendo tappa in un altro paio di bar. Infine, a notte ormai tarda, erano andati tutti nell’abitazione del 21enne. Mentre quest’ultimo stava cucinando uno spuntino per gli amici, tra il 26enne e la 17enne, che da qualche settimana avevano una relazione, sarebbe scoppiata una lite. Al culmine della discussione l’adolescente avrebbe afferrato un coltello da cucina con venti centimetri di lama per affondarlo un’unica volta nel torace del giovane, crollato a terra in un lago di sangue.
Se dunque i contorni della vicenda paiono chiari, resta da capire il perché di un’aggressione tanto brutale. L’ipotesi predominante è quella di un diverbio per motivi futili, forse legati proprio alla relazione di coppia, probabilmente acuito dall’uso di alcolici.

LE TESTIMONIANZE

Fondamentali per ricostruire quanto accaduto sono state le parole della 18enne e del 21enne, colui che ha allertato i soccorsi permettendo di fatto di salvare l’amico. I due giovani sono stati sentiti per ore già venerdì in qualità di persone informate sui fatti. I carabinieri tuttavia si riservano di convocarli nuovamente nei prossimi giorni per avere un quadro più completo, specie sul rapporto tra vittima e assalitrice. Anche altre persone sono state nel frattempo sentite, a partire dai genitori della minorenne, che aveva già dei precedenti penali per aggressione e rapina legati a un grave episodio di bullismo ai danni di una 16enne avvenuto a luglio scorso in Prato della Valle. A essere chiamati a fornire la propria testimonianza potranno poi essere anche vari altri amici dei giovani coinvolti.
L’unica indagata è ad oggi la 17enne, accusata di tentato omicidio. La ragazza è stata torchiata per ore venerdì in caserma prima di essere dichiarata in stato di fermo e trasferita nel carcere per i minorenni di Treviso. Si attende ora l’interrogatorio di garanzia, alla presenza del suo avvocato, atteso per l’inizio della settimana. E si attendono anche gli esiti dei test tossicologici a cui i quattro giovani sono stati sottoposti subito dopo l’accoltellamento.

IL QUADRO CLINICO

Nel frattempo sono confortanti le notizie sulle condizioni del 26enne che vengono dall’Azienda ospedaliera. Il ragazzo da venerdì è ricoverato nella rianimazione del Policlinico: resta nel complesso grave perché la ferita è stata profonda e in prossimità degli organi vitali, facendogli rischiare la vita; tuttavia da sabato era considerato fuori pericolo di vita e ieri è arrivata la definitiva conferma della buona notizia. Trovandosi ancora in un reparto intensivo i medici non hanno sciolto la prognosi, ma la speranza è che nei prossimi giorni possa essere trasferito in un reparto di degenza ordinaria. Lì gli sarà possibile vedere i familiari, ma soprattutto potrà essere ascoltato dagli inquirenti. La sua testimonianza infatti si rivelerà cruciale per chiarire l’esatto movente dell’aggressione.

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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