Comportamento antisindacale: Usl bacchettata

Lunedì 31 Dicembre 2018 di Olivia Bonetti
Comportamento antisindacale: Usl bacchettata
BELLUNO - «L'Usl 1 Dolomiti ha tenuto un comportamento antisindacale», il giudice ordina all'azienda sanitaria di smetterla. Una doccia fredda per l'Usl che, secondo quanto sostenuto, non sarebbe nemmeno stata citata non avendo modo di difendersi. Per questo ha dato con una recente delibera incarico all'avvocato Maria Luisa Miazzi del Foro di Padova di opporsi al decreto emesso dal giudice del Lavoro del Tribunale di Belluno, Anna Travia, il 30 novembre scorso.
IL RICORSOLe organizzazioni sindacali della dirigenza medica, Annao Assomed, tramite il segretario bellunese, Luca Barutta, dolo dopo anni di tentativi per trovare una soluzione con l'azienda sono approdate in Tribunale. La questione infatti andava avanti dal 2016 e, nonostante i ripetuti richiami, anche con richieste di tavoli e incontri, la situazione è peggiorata fino a arrivare alla goccia che ha fatto traboccare il vaso. È lo sciopero dei medici dello scorso 23 novembre. «Secondo gli accordi - spiega il segretario provinciale Anaao Luca Barutta - dovevano consegnare la lista dei medici comandati al servizio (quelli cioè che non possono scioperare perché devono garantire la continuità delle prestazioni sanitarie indispensabili ndr) entro 5 giorni. Ci hanno risposto 11 ore prima dello sciopero». A quel punto Barutta, con il segretario regionale Adriano Benazzato, rappresentati e difesi dagli avvocati Federico Pagetta e Andrea Scuttari del Foro di Padova, hanno fatto ricorso al giudice del Lavoro.

IL NODO
Il ritardo nella trasmissione dei nominativi comporta l'impossibilità per i medici che devono garantire il servizio di farsi sostituire e poter così aderire allo sciopero. Nell'ultima manifestazione l'adesione è stata del 30%. Era stata indetta per protestare contro il mancato rinnovo contrattuale, la difesa della sanità pubblica che sta morendo, la carenza di medici, i carichi di lavoro, sempre maggiori, i contenziosi in continuo aumento. «Le organizzazioni sindacali sono parte in causa nello sciopero e devono controllarne l'andamento - sottolinea Luca Barutta - ma così non riusciamo ad avere il polso della situazione. Spesso tra i comandati c'è chi vorrebbe scioperare e c'è una procedura che permette di essere sostituito, ma deve essere attivata per tempo».

LA DECISIONE
Il giudice del Lavoro Anna Travia il 30 novembre scorso ha emesso un decreto con cui richiama l'Usl 1 Dolomiti a cessare questo comportamento antisindacale. Il ricorso prendeva in esame solo non solo l'ultimo sciopero del 23 novembre, ma anche quelli del 16 novembre 2016 e 23 febbraio 2018. «Questo comportamento va avanti da tempo - dice il segretario Annao - nel 2016 addirittura la lista non venne proprio mandata. Il 12 dicembre 2017 invece arrivò 7 ore prima, la stessa cosa il 23 febbraio, quando lo sciopero venne poi annullato. È un tentativo che hanno sempre fatto le aziende per snaturare lo sciopero». Il Tribunale di Belluno con la decisione del 30 novembre ha accertato «l'antisindacalità della condotta dell'Azienda Usl 1 Dolomiti» e l'ha condannata a 2500 euro di spese. Resta da vedere ora, come terminerà il nuovo capitolo della vicenda giudiziaria, che si apre con l'opposizione della Usl alla sentenza.
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