Corsa di prova per ripristinare il treno dei vip, ma la motrice diesel si ferma sulle salite

Venerdì 25 Agosto 2023 di Lauredana Marsiglia
Il treno che ha effettuato il test

CALALZO DI CADORE - Due locomotive diesel D455 da 7 litri di carburante al chilometro hanno trainato ieri il convoglio che ha fatto da test per il ripristino, a partire già da dicembre, della famosa corsa Roma-Calalzo, quella che debuttò per le Olimpiadi del 1956 e che venne dismessa il 24 luglio del 2011. Era il treno che portava i vip a Cortina, tra cui l’indimenticabile Alberto Sordi. 


Ma il test di ieri è fallito in due punti: a Santa Croce del Lago in Alpago e a Perarolo dove le forti pendenze (25 per mille) sono state davvero troppo per le vecchie D455 costrette ad arrancare fino ad arrendersi.


Il convoglio-test era partito da Milano con trazione elettrica sostituita poi a Treviso da quella termica, ovvero rimettendo sui binari due pezzi da museo, tanto che il Veneto le aveva dismesse oltre una decina d’anni fa. Del resto, per arrivare a Calalzo non c’è altro modo: serve la trazione diesel, non certo ecologica in tempi in cui il culto del green dilaga anche nelle pietanze.


La notizia di un ripristino della storica corsa era arrivata il 25 luglio da Napoli, annunciata dall’amministratore delegato di Treni Turistici Italiani, Luigi Cantamessa, nuova società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, destinata a rimettere sui binari treni a valenza turistica su percorsi che hanno fatto la storia della ferrovia vacanziera.


Classificato come Espresso Storico, il nuovo servizio, trazione diesel a parte, dovrebbe offrire posti in cuccetta e vagone letto, carrozza ristorante e bagagliaio per attrezzature sciistiche e bagagli al seguito. Le due sezioni del treno una volta a destinazione troveranno in coincidenza un pullman per ciascuna carrozza, per raggiungere le località turistiche di destinazione finale. La cadenza, tuttavia, sarà saltuaria, ancora tutta da definire.
Sulla riproposizione della corsa ieri è intervenuta anche Trenibelluno che raggruppa pendolari e appassionati.


«Sta prendendo piede una narrazione che vuole sostenere che per fare turismo ferroviario in Italia siano indispensabili società come Fondazione FS o Treni Turistici Italiani o quante altre il futuro ci riserverà, e che per fare turismo ferroviario sia inevitabile ricorrere ai treni da queste effettuati con la promessa di viaggi lenti, per tutti, sostenibili, esperienziali, alla scoperta dei luoghi più belli del Paese, eccetera eccetera. I treni regionali superficialmente dimenticati - non da noi - sarebbero solo per i pendolari o imprecisati “altri viaggiatori”, ma è davvero così? Non siamo d’accordo.

I regionali sono treni versatili che servono a tutti, anche ai turisti».


La sintesi è una: bene istituire nuove corse, ma non a scapito di quelle più importanti e polivalente, «perché c’è il rischio di un “dumping” trasportistico». Ovvero scaricare i costi di queste iniziative “straordinarie”, sui viaggiatori ordinari.
 

Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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