Non fecero la tac e il paziente morì: 3 medici a processo per omicidio colposo

Il caso del decesso al pronto soccorso finisce in tribunale

Martedì 24 Maggio 2022 di Davide Piol
Ospedale di Feltre

FELTRE - Fissate le date del processo al dirigente medico del Pronto Soccorso Luis Carlos Montufar, del collega Alessandro Zanchin e della cardiologa Nella Schenal, imputati di omicidio colposo.

Per chi ha svolto le indagini, i tre medici dell'ospedale di Feltre sarebbero responsabili della morte del 74enne Giuliano Bolzan avvenuta nel maggio 2020 a causa di una dissezione aortica. C'è forte interesse, da entrambe le parti, affinché vengano chiariti i fatti. Montufar, Zanchin e Schenal si sono affidati all'avvocato Ferdinando Coppa, mentre la figlia di Bolzan è parte civile con l'avvocato Massimiliano Paniz.

La tesi accusatoria è che sarebbe bastata una tac al torace per indurre i medici a intervenire con un'operazione chirurgica immediata che avrebbe (probabilmente) salvato l'ex responsabile della delegazione Aci di Feltre. Per la difesa non sarebbe cambiato nulla.

I FATTI
Quando Bolzan muore, il 10 maggio 2020, vengono sequestrate le cartelle cliniche e tutti gli esami eseguiti fino a quel momento. Si scopre che il 74enne entra al Pronto Soccorso di Feltre all'una di notte, tra il 9 e il 10 maggio, lamentando un dolore toracico che arriva fino al collo. Viene preso in carico da Luis Carlos Montufar, medico del Pronto Soccorso, che effettua la prima visita. Il giorno seguente il medico cambia e viene sostituito dal collega Alessandro Zanchin. L'ultima visita è invece della cardiologa Nella Schenal che lo trattiene nel punto di osservazione breve intensiva cardiologica. Bolzan però continua a sentire male. Lo ripete ai medici e lo dice al telefono anche alla moglie: «Sono proprio arrabbiato, perché ho tanto dolore. Non riesco neanche a parlare, sento il cuore in gola e male alla mascella e ai denti». I familiari contattano il medico di base che suggerisce di controllare l'aorta. Così viene richiamato l'ospedale. A quel punto, Bolzan viene trasferito in reparto ma poco dopo, a 16 ore dal suo ingresso in ospedale, muore.
LE INDAGINI
La consulenza del medico legale Antonello Cirnelli (nominato dalla Procura) dichiara come causa di morte la dissezione aortica con probabile ulcera penetrante. È una conclusione a cui arrivano anche i consulenti della difesa ma le conseguenze di questa scoperta sono differenti. Per questi ultimi, infatti, il paziente potrebbe non aver avuto la dissezione aortica in atto, nel momento in cui è entrato in ospedale. Cioè non ci sono dubbi sulla causa della morte. Ma quando è comparsa? Secondo la difesa, la dissezione aortica potrebbe essere partita quando Bolzan è andato in arresto cardiaco e questo permetterebbe di escludere errori, omissioni, responsabilità da parte dei medici che l'hanno visitato e curato. Il consulente della Procura conclude invece evidenziando profili di colpa grave per tutti e tre a causa della mancata Tac che avrebbe permesso un'immediata diagnosi e il trasferimento del paziente in un centro più grande, come quello di Padova, dove sarebbe stato operato e (forse) salvato. Insomma, i dubbi rimangono. La tac avrebbe permesso a Bolzan di sopravvivere oppure no? Per la Procura sì, per la difesa no.

IL PROCESSO
Ed è per questo motivo che il giudice delle indagini preliminari ha deciso di rinviare a giudizio i tre medici. La materia è troppo complessa e il dibattimento permetterà al tribunale di comprendere meglio cosa sia accaduto. Quella di ieri mattina, davanti al giudice Giua, è stata un'udienza interlocutoria in cui sono state fissate le date del processo. Si tornerà in aula il 18 luglio con i testimoni della pubblica accusa.

 

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