Dopo il lockdown boom di impreparati in montagna: soccorsi in crescita del 16%

Martedì 23 Marzo 2021 di Federica Fant
Boom di soccorsi nell'anno della pandemia: tanti impreparati
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BELLUNO - Aumentati gli interventi del Soccorso alpino del 16% nel corso del 2020, nonostante i due mesi e mezzo di confinamento imposto dal Governo un anno fa. In aumento anche fenomeni di autolesionismo in montagna: anche i soccorsi a episodi dettati dal disagio sociale, nell’anno di pandemia, sono aumentati. Infine restano pochissime le persone dotate di assicurazione, mantenuta l’attività addestrativa e di formazione, nel rispetto delle norme anticontagio. E si è fatto il punto anche sul volo notturno e mappatura degli ostacoli al volo. L’attività 2020 del Soccorso alpino e speleologico Veneto, è stata presentata ieri, in una videoconferenza stampa molto, molto partecipata: più di 30 le persone che erano collegate, metà di queste hanno preso la parola.

soccorsi2020_22211516.pdf

LE EMERGENZE L’attività operativa svolta nel corso del 2020 del Cnsas, in stretta sinergia con le centrali del Suem 118 della Regione del Veneto (Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e Vicenza) è stata indirizzata a 1086 persone, aiutate durante 1054 interventi, «che in numero assoluto sono aumentati del +16% rispetto al 2019», hanno spiegato Rodolfo Selenati (presidente regionale del Soccorso alpino) e Alex Barattin, capo delegazione delle Dolomiti Bellunesi. 888 gli interventi di carattere sanitario, 155 quelli di Protezione civile, «Quest’ultimi dovuti essenzialmente all’emergenza per la pandemia e dalle emergenze meteo che si sono susseguite nel territorio regionale nel corso del 2020 – han ricordano Selenati e Barattin -, impegnando il Soccorso alpino ad uno sforzo abnorme che ha messo a dura prova i volontari, che quotidianamente dedicano la loro opera per il nostro sodalizio». I SOCCORSI Il 2020 vede il numero delle persone soccorse superare le 1000 unità «dato anomalo considerando le restrizioni dell’ultimo anno», ha precisato Barattin. «L’aumento di fatto - ha spiegato - è in parte dovuto a un costante aumento degli appassionati frequentatori della montagna, in parte, purtroppo, dovuto alla superficialità delle persone che affrontano la montagna senza preparazione fisica né tanto meno tecnica e/o con attrezzatura non adeguata, non dimenticando il fatto che la montagna è stata vista come area “non contaminata” e per questo presa letteralmente d’assalto dai vari utenti». Il 45% di tutti gli interventi del 2020 riguarda persone illese, mentre un ulteriore 47,33% quelli con codici sanitari. Alex Barattin ha evidenziato anche l’aumento dell’autolesionismo in montagna. «Negli ultimi anni ci sono casi dovuti al disagio sociale, spesso ci troviamo a intervenire sull’autolesionismo, sull’allontanamento volontario da casa - ha detto -. Un sentore che fa capire come la gente di montagna deve avere servizi, altrimenti la comunità si sente abbandonata». Gianpaolo Bottacin che ha ringraziato i «744 volontari del Cnsas sparsi in 28 stazioni», definiti anche «un esercito di pace pronto a intervenire. Sono formati da volontari, ma estremamente professionalizzati». LA FORMAZIONE Ampio spazio, nei limiti delle possibilità dettate dalla pandemia, è stato dedicato alla formazione e all’addestramento, che «rappresentano la parte più qualificante della nostra attività – prosegue Rodolfo Selenati – poiché è l’aspetto determinante per la sicurezza dei soccorritori stessi e delle persone soccorse, sulla quale si gioca la nostra credibilità rispetto alle istituzioni che andiamo a surrogare negli interventi sanitari e non, in ambiente ostile e impervio ed anche antropizzato». Si parla complessivamente di 961 eventi formativi, con una presenza di complessivi 7.880 volontari ed una presenza media di 8 volontari per evento eseguito. Nel corso della presentazione è stata data la parola ad Andrea Spagna (Dipartimento regionale Suem), che ha sostituito il dottor Paolo Rosi (Suem), il direttore Suem di Verona, Adriano Valerio, la collega di Treviso, Marilù Ferramosca, e per Belluno il direttore generale della Uls Dolomiti, Maria Grazia Carraro e il direttore Suem Giulio Trillò. Era presente per la Guardia di Finanza, il maresciallo Cristiano Romanin, mentre per il Cai regionale, il presidente Renato Frigo. Federica Fant © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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