BELLUNO - Da qualche giorno è sparita la tenda e quei sacchi che aveva accumulato in quella che era diventata la sua casa. Ma lui c'è ancora: il migrante iracheno 45enne si vede tra Belluno e Ponte con la sua coperta sulle spalle. ma quel riparo di fortuna che si era costruito non esiste più. E intanto sale la preoccupazione dei bellunesi che si sentono impotenti e che vorrebbero aiutarlo. E lo stesso Comune, che da tempo sta monitorando l'uomo, ma che ora non riesce più a contattarlo. «Sto bene», fa sapere masticando qualche parola di inglese. Non parla italiano. La sua storia non la conosce nessuno in città: la raccontò, tramite un interprete, alla commissione di Treviso, che analizza le pratiche dei migranti, nel 2015 quando richiese asilo nel nostro Paese, fuggito dalla sua patria. Ora ha un regolare permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, un'ulteriore forma di protezione internazionale per i profughi. Si di lui mai una segnalazione, nessun guaio con la legge: incensurato.
«Noi lo stiamo monitorando - afferma il sindaco Oscar De Pellegrin -, non vuole aiuti ma lo abbiamo sempre comunque monitorato con l'Ulss».