Crisi di vocazioni: «Sempre meno maestri di sci: solo nel Bellunese ne mancano cento»

Domenica 10 Dicembre 2023 di Claudio Fontanive
Fulvio Valt, del Collegio Maestri di Sci del Veneto, parla della crisi della categoria

LA CRISI 
BELLUNO - C’è voglia di sci, e il brillante avvio di stagione lo dimostra. E la richiesta di maestri di sci ci sarebbe da parte della clientela, ma ne mancano all’appello circa cento solo nel Bellunese, come testimonia Fulvio Valt, referente del Collegio Maestri di Sci del Veneto, e direttore della scuola sci & snowboard Equipe di Falcade. 
 

LA TRADIZIONE
«Un tempo si nasceva con la passione per questa professione - racconta Valt -. Mio papà Silvio, che oggi ha 90 anni, è stato uno dei fondatori della scuola sci del paese, e ha trasmesso l’amore per l’amore per questo lavoro a me e alle mie due sorelle Wilma e Cinzia, che da decenni siamo tutti maestri». D’altro canto, le scuole di sci sono un anello fondamentale nella catena turistica delle varie località, assieme a hotel, impianti di risalita, noleggi sci e negozi specializzati; però a differenza del passato, in tali strutture le tariffe sono “libere”. Significa che prenotare un’ora di lezione strutture, può costare fra i 50 euro delle piccole stazioni sciistiche, fino a oltre 60 euro di Cortina. Eppure oggi il lavoro del maestro di sci, pare non sia più così appetibile, specie per i giovani. 

LA DOMANDA
«In provincia siamo circa 1200 maestri - spiega Valt - spesso ci troviamo in difficoltà perché la domanda supera l’offerta. In questi ultimi anni è cambiato notevolmente il sistema. Il maestro di sci è da sempre un attività stagionale, che presuppone di svolgere un’altra attività nel periodo estivo, ma un tempo era appetibile per la popolazione locale. Ora invece i giovani maestri studiano all’università, non riuscendo a garantire la disponibilità continua nella stagione invernale, che è di sette giorni su sette, e non possiamo permetterci un maestro part – time nel pieno del lavoro». «Altri che erano maestri di sci hanno lasciato la professione per dedicarsi magari ad altre attività, anche negli alberghi - prosegue -, che offrono maggiore continuità nel lavoro, potendo contare ormai su circa dieci mesi all’anno di impiego». Ma tutto ciò potrebbe anche essere dovuto al grande investimento economico e di tempo che il conseguimento della qualifica presuppone. 
 

I COSTI
«Il percorso è molto lungo e oneroso, può durare dai quindici ai venti anni - fa sapere il referente del Collegio Maestri di Sci del Veneto -. Dapprima è necessaria un attività agonistica che parte da bambino, dopo di che si diventa maestro dopo il corso di formazione della durata di novanta giorni. Sommando skipass, attrezzatura, costi per l’attività agonistica, iscrizione allo sci club o ski college, costo degli alberghi e per le trasferte si arriva circa a quattro-cinquemila euro all’anno o anche di più. Il corso di formazione finale, suddiviso in parte tecnica e didattica, costa circa diecimila euro. Facendo tutte le somme, a spanne diventare maestro può costare anche oltre i centomila euro». Un investimento quindi, che alcuni giovani atleti e le loro famiglie pare non siano disposte ad affrontare. «Siamo liberi professionisti - prosegue Valt -. Il lavoro c’è e si guadagna, però oltre alla tassazione presuppone importanti costi fissi. Il maestro può decidere anche di non appoggiarsi a una scuola sci ma esercitare la libera professione come singolo. Tali figure in realtà non sono molto diffuse nel nostro territorio dolomitico provinciale ma i casi che conosco sono concentrati prevalentemente nella zona di Cortina». 
 

IL PROBLEMA
Si avvicina il periodo clou per la stagione e la carenza di figure si fa sentire. «Solo nella nostra scuola - conclude Valt - mancano sette maestri, e credo quindici in totale nella località sciistica di Falcade, e la situazione credo sia simile in molte altre aree sciistiche della provincia». 

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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