Nuova campagna di scavi nell'area che riportò alla luce il cacciatore del Mesolitico

Sabato 22 Luglio 2023 di Marco Dibona
La nuova campagna di scavi

SAN VITO DI CADORE - Dal riparo mesolitico di Pra Comun, al passo Giau, continuano a emergere importanti reperti, dopo la prima grande scoperta del 1987 dove, al riparo di un grosso masso venne trovata una sepoltura mesolitica. Si trattava dello scheletro di un cacciatore, risalente a circa 7.500 anni fa, accompagnato da un ricco corredo funebre. Era l’uomo di Mondeval, scoperta che ha avuto valenza mondiale.
La quinta campagna di scavi archeologici è iniziata il 2 luglio e si protrarrà sino al 28. Negli strati inferiori, più antichi, sono stati trovati manufatti in pietra, carboni, ossa delle prede di quei cacciatori che utilizzarono il riparo, sotto il masso, undicimila anni fa. In un’altra area dello scavo sono stati trovati numerosi reperti alto medioevali: diversi focolari, con tracce di fusione, scorie di galena, resti della lavorazione dei metalli delle vicine miniere del Col Piombin.
«Quest’anno il finanziamento dello scavo è stato garantito dalle Regole di San Vito di Cadore, con il presidente Massimiliano Menegus. E’ fondamentale l’apporto del Comune di Selva di Cadore, che offre l’alloggio del personale impiegato nello scavo. C’è l’appoggio del Comune di San Vito e del museo Vittorino Cazzetta di Selva, con l’associazione Trame di storia», elenca la professoressa Federica Fontana, dell’Università di Ferrara, che coordina la campagna. Con lei ci sono i colleghi Davide Visentin e Nicolò Fasser, assieme a Fabio Cavulli dell’Università di Napoli. «Fra i numerosi reperti trovati sinora, in questa quinta campagna di scavi, c’è una punta di freccia in lavorazione, databile fra il tardo neolitico e l’età del bronzo. Siamo nelle stesse fasi del sito di Mondeval, che è a breve distanza da qui». 
Rispetto agli anni precedenti è stata ampliata l’area di indagine, è stato aperto un nuovo settore di scavo, a sud di quello contiguo, esaminato gli anni passati. Si sta già preparando un terzo settore, a nord del precedente, dove sono state rinvenuti numerosi reperti altomedioevali, a documentare una prolungata frequentazione di questo riparo. Anticamente fu utilizzato da cacciatori mesolitici, fra undicimila e diecimila anni fa; in seguito da pastori e forse da minatori, dal quarto all’ottavo secolo. Pra Comun è nel territorio di San Vito di Cadore, sul versante del passo Giau che digrada verso la conca d’Ampezzo. Gli anni passati intervenne nel progetto anche l’istituto culturale ladino Micurà de Ru della Val Badia: sul sito Internet è possibile seguire “I monti raccontano”, un video che illustra le ricerche sulla preistoria in montagna. 
E’ stata realizzata una cartina, distribuita dal Comune di San Vito, con gli itinerari dei cacciatori mesolitici. L’opera di divulgazione è costante, anche con la diretta quotidiana dallo scavo, su Youtube, dalle 14 alle 15.30. Ci sono visite guidate al sito archeologico: mercoledì 26 luglio, alle 15, ci sarà l’ultima di quest’anno, previa prenotazione al museo Cazzetta di Selva di Cadore. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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