Samantha, l'appello del papà: «Non c’è un posto che possa accoglierla»

Lunedì 31 Maggio 2021 di Olivia Bonetti
Samantha (al centro) e i suoi fratelli
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BELLUNO - «C’è una clinica di riabilitazione disposta ad accogliere la nostra Samantha? Qualcuno ci aiuti». Dopo una sfilza di «no» da parte dei centri per la riabilitazione neurologica papà Giorgio D’Incà, che con coraggio ha intrapreso la battaglia per assicurare il fine vita alla figlia come da sue volontà, lancia un appello. Cerca qualcuno disposto ad accompagnare la ragazza 30enne, che è in stato vegetativo da 6 mesi in una stanza dell’ospedale di Feltre, in quel percorso lungo e tortuoso per il lievissimo margine di miglioramento possibile, secondo la relazione del luminare Leopold Saltuari. «Ha detto - spiega D’Incà - che se si dovesse fare una lunga riabilitazione forse Samantha potrebbe avere questo minimo miglioramento, raggiungendo le facoltà di un bimbo di 2 mesi».

La ragazza, che a 20 giorni dall’operazione per una frattura al femore è finita in coma vegetativo, attualmente ha le facoltà di un bimbo di un mese. Viene mantenuta in vita con nutrizione e idratazione artificiali ed è bloccata in posizione fetale. «So benissimo che qualsiasi clinica non potrà raggiungere dei grandi risultati - dice il padre -; è che noi, senza questo percorso, purtroppo non possiamo rivalutare Samantha e procedere nel ricorso per il fine vita». 


L’ODISSEA
«Quando i centri ricevono la documentazione medica di Samantha - prosegue Giorgio D’Incà - con margini di miglioramento quasi pari a zero non la prendono in carico. A Vicenza ci hanno detto che c’è una lunga d’attesa. Verona ci ha detto subito no. Io capisco comunque queste cliniche. Piuttosto che impegnarsi mesi per arrivare a un risultato quasi nullo, dai precedenza a pazienti che hanno più possibilità». «Samantha sta soffrendo - prosegue il genitore - e come ci ha detto il professore Saltuari, continuerà ad avere infezioni, fino a quando una di queste ne causerà la morte. L’unico percorso, come lei voleva, è quello del fine vita. Ma, purtroppo, ci troviamo in questa situazione: ovvero che per poter andare avanti dobbiamo passare obbligatoriamente per la riabilitazione».
Al fianco della famiglia da mesi c’è l’Uls 1 Dolomiti, che si sta dando tanto da fare per cercare il centro. Ma le porte sembrano chiuse. «Anche Ferrara ha detto di no - ricorda D’Incà -, sempre per il fatto che c’è poco margine di miglioramento. Erano in attesa della risposta di Motta di Livenza e di Reggio Emilia. Contattati poi anche Vipiteno e Riva del Garda. Noi non abbiamo paura della distanza, non è un’ora o due di macchina in più che cambia: vogliamo però andare avanti per riuscire a dar pace». 


LA BATTAGLIA
«La prima diagnosi - racconta il papà - fu quella del dottor Bertagnoni di Vicenza, che disse che non c’erano possibilità di recupero per nostra figlia. Poi ci furono delle opinioni contrastanti, per cui abbiamo chiesto al professor Saltuari». Su quel parere si è espresso il comitato etico. «Nessuno punta il dito sul comitato - precisa il papà - loro hanno fatto il loro lavoro: se viene messa questa piccola possibilità va tentata, dicono. Ma dopo la riabilitazione il caso di mia figlia sarà poi rivalutato dal comitato e potremo eseguire le volontà di Samantha sul fine vita».


LA SOFFERENZA
Papà e mamma ieri erano appena usciti dalla visita alla figlia. «Dalla mimica facciale si vede che soffre - dicono tra le lacrime - è sempre tutta rannicchiata in posizione fetale. Adesso le fanno punture di botulino nella muscolatura ogni due o tre mesi, perché questa posizione provoca dolore, visto che i muscoli sono sempre in tensione. Ha il catetere, il sondino per alimentazione nello stomaco Peg. Mia figlia non c’è più: per questo le foto di Samantha in ospedale non le farò mai vedere. Ma spero comunque che il suo caso possa smuovere le coscienze, i politici e anche i giovani. Proprio a loro vorrei dire: prendete in considerazione il testamento biologico, è un modo per tutelarsi se dovesse succedervi qualcosa».

Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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