«Ci sono gli strumenti normativi: così eviterete tutto questo dolore»

Giovedì 27 Maggio 2021
«Ci sono gli strumenti normativi: così eviterete tutto questo dolore»
L'AVVOCATO
BELLUNO C'è attesa per il decreto del giudice tutelare, dopo che i famigliari di Samantha, tramite l'avvocato Davide Fent di Feltre, hanno intrapreso il percorso per il fine vita. Una decisione che però si è scontrata con quella del Comitato etico dell'Ulss ed è per questo che a decidere sarà il tribunale di Belluno. Ma la strada è tutta in salita, perché la ragazza, che non aveva neanche 30 anni quando è finita in stato vegetativo, non aveva lasciato le proprie disposizioni scritte. «È importante che la gente sappia che esiste una legge - afferma l'avvocato Fent -. Ecco il messaggio che deve passare al cittadino comune che in questi giorni legge del caso di Samntha e che non vorrà mai trovarsi in questa situazione è che ci sono gli strumenti normativi per evitarlo».
LA LEGGE
È la cosiddetta Dat, ovvero Disposizioni anticipate di trattamento. «La persona prima deve prendere le informazioni mediche - prosegue l'avvocato Fent - e dal punto di vista giuridico, per fare poi le disposizioni che diventeranno operative quando il disponente non sarà più in grado di autodeterminarsi. Ci sono gli strumenti per evitare situazioni come quelle di Samantha, ma bisogna assumere le informazioni mediche e giuridiche per come fare questa disposizione. Poi è importante porre l'attenzione sul fiduciario: la norma prevede che si possa nominare un fiduciario, una qualsiasi persona di fiducia, non è necessario che siano i famigliari o il coniuge, che tenga i rapporti con equipe medica nel momento in cui chi stende le proprie disposizioni non sarà in grado di applicarle». «È chiaro - prosegue il legale - che è sempre una normativa di compromesso su argomenti così delicati. Ma c'è qualcosa che si può fare e chi pensa di non volersi trovare nella situazione di Samantha D'Incà ha gli strumenti per farlo oggi per un eventuale domani».
IL RICORSO
Per Samantha, non essendoci nulla di scritto o videoregistrato hanno parlato i famigliari, che ricordano bene come lei avesse detto più volte di non volere l'accanimento terapeutico. E lo hanno detto al giudice che dovrà decidere. «Le testimonianze valgono per ricostruire la volontà della persona che non è in grado di esprimerla - spiega l'avvocato Fent -. Ma ci sono dei limiti: il fatto che la situazione sia irreversibile e sia conclamata ed accertata. Per Samantha la perizia del professor Leopold Saltuari (luminare della clinica a Innsbruck) dice determinate cose: che nel massimo potenziale della sua riabilitazione la ragazza potrà rimanere seduta su una sedia a rotelle, deglutire e dovrà essere imboccata, con una coscienza di un bimbo di uno due mesi. Oggi lei non è in grado di deglutire autonomamente e stare seduta». E conclude: «In questo caso non è una decisione di poco conto: bisogna mettersi nella situazione di un magistrato al quale viene chiesto di decidere di accompagnare alla fine vita una persona che non ha espresso una volontà. È stato fatto quello che si poteva per ricostruirla con le testimonianze, ma il dato di fatto oggettivo è che c'è la consulenza che dice cose precise». (ol.b.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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