Incubo alluvione: psicologo per i bimbi

Martedì 4 Dicembre 2018 di Alessia Trentin
Al lavoro per liberare le scuole dai detriti provocato dal maltempo
Psicologi sul territorio: contro insonnia, paure e stress. Il post alluvione è anche questo. Non solo edifici da ricostruire, strade e argini da rifare, ma una popolazione sotto choc che ancora deve metabolizzare quanto accaduto al proprio territorio. Così dalla consigliera per il welfare della Provincia, Francesca De Biasi, arriva la proposta di inviare psicologi sui territori,  dove viene fatta richiesta. L’iniziativa prende a braccetto l’associazione Psicologi per i Popoli – Veneto già operativa con la Protezione Civile e il Soccorso alpino e punta dritto alle scuole. 
L’INIZIATIVA
Bambini e adulti reagiscono diversamente agli stress e l’ambiente fisico spesso è per i ragazzi una parte importante della loro realtà, a volte compagno di gioco, altre fonte di sicurezza e parte del concetto di casa. Alcune reazioni da stress sono normali, fisiologiche e destinate a normalizzarsi dopo qualche tempo. In alcuni casi tuttavia queste possono perdurare: paura del buio, attaccamento eccessivo ai genitori, irritabilità, distrazione e/o diminuzione degli interessi per le attività abituali. Così Provincia e Ufficio scolastico, a distanza di un mese dall’alluvione, pensano anche a questo. Per ora è partita la ricognizione del bisogno, l’Ufficio scolastico a inviato una lettera a tutti gli Istituti Comprensivi per segnalare la possibilità e per sollecitare la messa in evidenza di situazioni di disagio tra bambini e ragazzi. Per gli istituti che renderanno noto il permanere di difficoltà, i due Enti promuoveranno interventi idonei a migliorare il ritorno alla normalità dei piccoli, degli studenti e delle loro famiglie. «L’iniziativa – spiega De Biasi, consigliera provinciale, psicologa e promotrice dell’idea - è volta a sottolineare l’importanza e la cura che il nostro territorio deve avere verso le giovani generazioni, nella consapevolezza del forte legame che esse hanno e avranno con l’identità intera del nostro territorio bellunese».
L’ATTIVAZIONE
Per ora si stanno raccogliendo le necessità. La lettera è arrivata ai dirigenti la scorsa settimana, da qui ai prossimi giorni sono attese le risposte e le eventuali richieste di intervento. Dunque i numeri del bisogno non ci sono ancora, ma il dirigente dell’Ufficio scolastico, Gianni De Bastiani, è certo che qualcuno si farà avanti. «Abbiamo avuto notizia di come in alcune zone il servizio sia molto atteso – spiega -. L’evento ha avuto un impatto molto forte sull’interiorità dei bambini e dei ragazzi, ma il tema della natura che si ribella è qualcosa su cui ragionare da qui al futuro, sarà la grande questione dei prossimi anni». Ancora non è chiaro nemmeno come si concretizzerà il servizio, se con colloqui vis a vis tra ragazzo e psicologo, se con incontri di gruppo o se con sedute con educatori e genitori. Si vedrà. «Lo decideranno i professionisti una volta entrati a contatto con la realtà, spiega De Biasi».
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