Profughi, l'Agordino chiude le porte:
15 sindaci su 16 dicono di no

Lunedì 28 Novembre 2016 di Mirko Mezzacasa
Profughi, l'Agordino chiude le porte: 15 sindaci su 16 dicono di no
10
L’Agordino dice no all’accoglienza diffusa degli immigrati. A catena, con l’unica eccezione proprio del capoluogo, i sindaci hanno deciso di respingere i progetti di ospitalità nei vari paesi proposti dalla prefettura. Il via lo ha dato il primo cittadino di Falcade Michele Costa, ribadendo nell’ultimo consiglio comunale come nel territorio comunale non siano presenti strutture adatte a ospitare i profughi. Le perplessità le ha ribadite poche ore dopo in un’assemblea pubblica il collega Rinaldo De Rocco di Canale d’Agordo, paese natale di Papa Luciani: «Se ce li mandano cosa facciamo? È vero che sindaco e giunta devono amministrare, ma ci sono questioni su cui è doveroso sentire tutta la popolazione, che mi risulta poco propensa».
Il passo successivo, ieri, è stato un documento firmato da 15 dei 16 sindaci della vallata, inviato in Prefettura a Belluno. «Noi sindaci agordini - si legge - a tutela delle realtà da noi amministrate, consideriamo inopportuno e rischioso aderire al modello di accoglienza diffusa proposto, in quanto eletti dalle nostre popolazioni che da noi si aspettano non soltanto dei meri esecutori di regole scritte ed accordi siglati lontano dalle valli, ma anche persone da loro scelte per interpretare esigenze».
No, dunque, all’accoglienza diffusa sul territorio agordino di un certo numero di immigrati (48 ad Agordo, 24, 12 e 6 negli altri Comuni in rapporto agli abitanti). Alcuni sindaci del territorio sono stati direttamente contattati per esplorare la disponibilità a offrire accoglienza e sono intervenuti a un incontro con il Prefetto presso l’Unione Montana, dove è stato illustrato il modello di accoglienza diffusa a livello provinciale. Ma alla fine è arrivato il loro veto. «Da amministratori affrontiamo le emergenze pianificandole per prevenire fallimenti», insistono i primi cittadini, rimarcando che l’integrazione non dev’essere imposta ma «si realizza lentamente, con pazienza, con cura, con una buona rete e non sempre ha successo».
Soltanto il sindaco di Agordo, Comune capoluogo della vallata e sede storica dell’impero dell’occhiale Luxottica, ha deciso di andare per conto proprio e non firmare la protesta: «Dire no tout court all’accoglienza diffusa - spiega Sisto Da Roit - significa lasciare carta bianca a chi decide. Noi dobbiamo studiare le alternative per non trovarci nella situazione che il Prefetto, nella necessità, possa scegliere liberamente come e dove mandare gli immigrati con i tempi di preavviso che lui ritiene sufficienti».
Ad Agordo c’è una struttura che ha già ospitato migranti del Bangladesh. «Nessun arrivo è stato già concordato - assicura Da Roit - nessun arrivo è previsto a breve, e intanto i locali disponibili necessitano di interventi prima di poter ospitare migranti come in passato». Da Roit ammette di essere stato “scottato” da quell’esperienza: «Non per gli 8 ragazzi che sono stati ospitati, ma per come sono andate le cose. Ci siamo trovati soli senza un programma e precise direttive, uno degli immigrati ha avuto lo stato di rifugiato e appena ha potuto ha lasciato Agordo, gli altri 7 quando si sono visti rifiutare la richiesta di asilo politico nel nostro Paese sono scomparsi dandosi alla clandestinità. Per questo è meglio non opporre rifiuti a priori che ci metterebbero in condizione di subire altre imposizioni».
Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci