Posta lumaca: dopo il caso dell'anziana che ha ricevuto la pensione in ritardo, ondata di segnalazioni

La denuncia della Spi Cgil: «Non arriva neanche a noi»

Domenica 14 Gennaio 2024 di Claudio Fontanive
Postino

BELLUNO - Attese infinite per ricevere a casa lettere, raccomandate e comunicazioni importanti che arrivano con giorni, settimane, o addirittura un mese di ritardo. Il sindacato provinciale pensionati provinciale della Cgil interviene duramente sui pesanti ritardi nella consegna della posta a domicilio degli utenti, anche dopo il caso dell'anziana agordina che ha ricevuto la pensione addirittutra un mese dopo. Spi Cgil rimarca come il problema, diffuso in più parti della provincia, tocchi in particolare la fascia della popolazione anziana, meno avvezza all'uso della tecnologia e quindi alle comunicazioni digitali, che quindi spesso sceglie di farsi recapitare da Poste Italiane le bollette delle utenze domestiche e altre importanti comunicazioni, preferendo quindi la modalità cartacea all'on line.

LA DENUNCIA
«Anche la nostra posta - è il commento amaro di Maria Rita Gentilin (nella foto) segretaria provinciale di Spi Cgil - che può contenere informazioni importanti per i pensionati come scadenze, cambi di orario degli uffici, arriva sempre con notevoli ritardi.

Ciò non era mai successo nel passato e siamo molto preoccupati di quanto sta accadendo. Ci vengono segnalati recapiti di bollette che arrivano nelle case anche oltre la loro scadenza, oppure addirittura ci si segnalano casi di mancata consegna della posta a causa dell'assenza di numero civico, e in questo caso le lettere non arrivano affatto. Inutile negare che il servizio è peggiorato e siamo seriamente preoccupati».

POCHI ADDETTI
Nei piccoli paesi restano gli anziani che, spesso soli, faticano a individuare a chi rivolgersi se non arriva la corrispondenza. «Il problema - continua Gentilin - si accentua nelle valli di montagna, più difficili da raggiungere dagli addetti del servizio postale, che sono sempre di meno e quindi il servizio è più rado». Secondo la sigla sindacale quindi, servirebbero più portalettere, anche se la carenza di personale pare si faccia sentire anche all'interno degli stessi uffici provinciali, e su questo tema interviene anche lo Spi Cgil regionale. «Il buon funzionamento di ogni servizio di pubblica utilità si basa principalmente sulla qualità del servizio offerto e sulla facilità di accesso da parte degli utenti - spiega Nicoletta Biancardi, Segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto - condizioni, queste, che possono essere garantite solo se nelle strutture aziendali esistono livelli occupazionali adeguati sia in qualità che in quantità. Quando questo non succede, il decadimento del servizio pubblico è inevitabile e il suo indebolimento finisce per incidere negativamente sulle fasce più deboli e più fragili della popolazione, come gli anziani. Ci auguriamo che possa avviarsi un confronto utile tra le parti per dare risposte ai dipendenti».

IL PRESIDIO
«Le Poste conclude Biancardi rientrano in quel concetto di servizio di prossimità che rischia di svanire anche di fronte all'avvento della tecnologia, con la quale la maggioranza degli anziani, soprattutto degli ultra 70enni, non ha alcuna confidenza. A tal proposito ricordiamo che proprio negozi e servizi di prossimità e di vicinato continuano a essere punti di riferimento insostituibili per i nostri pensionati. E, da questo punto di vista, Poste Italiane ha sempre svolto un ruolo fondamentale che non può e non deve perdere». E il sindacato dei pensionati Spi Cgil regionale appoggia la manifestazione dei lavoratori postali di lunedì alle 17.30 alla sede regionale dell'azienda a Mestre.
 

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