Anche Papa Luciani "riciclava" i regali: il crocefisso di Murer

Martedì 12 Luglio 2022 di Dario Fontanive
Papa Albino Luciani
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CANALE D'AGORDO (BELLUNO) - A metà anni sessanta lo scultore-partigiano Augusto Murer vinse il concorso per il monumento alla vittoria di Vittorio Veneto.

E in quel periodo ebbe l'occasione di incontrare più volte l'allora vescovo di della diocesi dell'alta Marca, Albino Luciani. Erano nati in due comuni limitrofi della valle del Biois (a Falcade l'artista e a Canale d'Agordo il religioso), ma fino a quel momento non si erano mai conosciuti di persona, anche se la loro popolarità nei rispettivi ambiti era nota a vicenza. È in uno di questi incontri che lo scultore regala al vescovo un crocefisso che per molti anni avrà un posto particolare sulla sua scrivania, e che Luciani porterà poi con sé anche a Venezia quando venne nominato Patriarca.

IL DONO
Nel 1972 papa Paolo VI arriva in laguna. È un incontro celebre, più volte citato e rimasto negli annali della diocesi e del Vaticano: l'occasione in cui Paolo VI si tolse la stola per metterla al collo di Luciani, quasi un segno premonitore che stava ad indicare chi doveva essere il suo successore al soglio di Pietro. Fu proprio durante quella visita che il Patriarca di Venezia nel voler dare un segno concreto della sua riconoscenza fece dono del crocefisso che gli aveva regalato anni prima Augusto Murer. E un anno dopo il patriarca Luciani decise di rivelare allo scultore di aver a sua volta donato il regalo ricevuto. «Caro Murer, le allego l'unita lettera del segretario di Stato. Si tratta di un crocifisso fatto da Lei. Quando un anno fa venne a Venezia il Papa non sapevo che cosa offrigli di qualche pregio. Gli ho fatto vedere il crocifisso di Murer. Gli è piaciuto e glielo ho offerto. Ella non se ne avrà a male, spero. Approfitto dell'occasione per salutarla cordialmente. Cardinal Luciani». Insomma, un regalo riciclato, per il più illustre degli ospiti che un vescovo possa avere. La risposta di Murer non si fece attendere (onorata, e per nulla indispettita): «Ringrazio Sua Eminenza per il bel gesto di far dono al Papa Paolo VI nella sua indimenticabile visita a Venezia. Privandosi del Cristo gli farò dono di una scultura di San Marco».

IL NUOVO REGALO
La promessa di Murer si concretizzò di lì a poco quando nel novembre del 1973 Murer fece dono al Patriarca del bozzetto in bronzo di San Marco. Una scultura diventata a sua volta celebre: servì come modello per realizzare in legno dorato per la chiesa parrocchiale di Caerano San Marco (Treviso). Dove sia finito quel Cristo donato a Paolo VI e il San Marco donato al Patriarca Luciani al momento non è dato a sapere. Dagli archivi del Papa veneto spunta, invece, la storia tra due figli della stessa montagna a cui quest'anno la valle del Biois dedica grande attenzione. Augusto Murer nel centenario della nascita (1922) viene ricordato con una serie di mostre, mentre per Giovanni Paolo I al secolo Albino Luciani si attende la data del 4 settembre per la sua proclamazione a beato.

Ora la storia di questo incontro, poco conosciuto, tra a Vittorio Veneto è tornata alla ribalta grazie alle due mostre volute esplicitamente dal sindaco Flavio Colcergnan, che il Comune di Canale d'Agordo e la Fondazione Papa Luciani hanno voluto organizzare, una dedicata ai Grandi Silenzi ospitata in una delle sale del museo Albino Luciani e una al tema dell'Emigrazione nella Casa delle Regole, come omaggio al centenario della nascita del grande artista e inserite entrambe come manifestazioni nel calendario degli appuntamenti che il paese natale ha inteso promuovere per la proclamazione del beato Albino Luciani. In questo contesto si possono anche vedere esposte le lettere della corrispondenza tra Luciani e Murer che raccontano del regalo passato dalle mani di un papa, che non immaginava ancora di diventarlo, a quelle del suo predecessore. E mai dono riciclato fu più gradito. A tutti.
 

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