Nevegal, ci sono sempre meno speranze di salvare l'Alpe

Venerdì 21 Giugno 2019
Nevegal, ci sono sempre meno speranze di salvare l'Alpe
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BELLUNO - La situazione è nera, in Nevegal. «Lo scenario è triste dichiara il presidente dell'Alpe Maurizio Curti -, se qualcosa non cambia presto gestiremo la chiusura della società». Se a qualcuno non era ancora chiaro il tragico momento che sta vivendo il Colle, ieri gli imprenditori degli impianti l'hanno ben spiegato aggiungendoci un carico da novanta. Senza mezze parole e senza troppi giri, l'amministratore Piero Casagrande e Curti hanno dichiarato il loro «no» al disegno di Massaro e hanno girato la clessidra che segnerà, da qui in avanti, il tempo ancora a disposizione per il Nevegal. «I tempi per scongiurare la chiusura invernale sono al limite le parole del presidente -, al di là delle dichiarazioni di vari soggetti ora di concreto in mano abbiamo molto poco». 
 
LA SOLUZIONELa proposta è esattamente l'opposto di quella annunciata una decina di giorni fa dal sindaco Jacopo Massaro. Il primo cittadino proponeva l'avvio di una nuova società, che assumesse la gestione degli impianti affidati in comodato d'uso gratuito dall'Alpe. Al suo interno una compagine di pubblico e privato, il Comune, forse la Regione, gli operatori e anche gli imprenditori dell'Alpe. Ma gli imprenditori dicono no. Fare i conti senza l'oste non funziona. «Troviamo assurdo fondare una nuova realtà quando ce n'è una sana le parole di Curti -, noi ci facciamo da parte. Ma alla concessione in comodato d'uso gratuito per qualche anno diciamo di no, noi vogliamo soluzioni definitive». Le posizioni, insomma, sono molto lontane e l'attrito tra le due parti è stato dichiarato apertamente dagli impiantisti che si dicono amareggiati per il mancato dialogo con l'amministrazione. Quella del Nevegal è una partita complessa, ma i giocatori sembrano disposti su campi diversi. Non si parlano, non si incontrano. Anche sul fronte degli impiantisti della parte alta della provincia non sembrano esserci buone notizie. «Nel corso degli scorsi mesi abbiamo incontrato alcuni rappresentanti di queste società spiegano -, ma ad oggi questi contatti non hanno prodotto alcun accordo formale». 
LA FINEOra come ora, il Nevegal ha le ore contate. Il piano di salvataggio presentato nell'agosto 2018 secondo Curti e Casagrande non è stato preso in considerazione dal Comune benché non richiedesse grandi cifre, 1 milione 400 mila euro in tutto. Si parlava di interventi alle Erte e ai sistemi di innevamento, senza i quali il 30 settembre l'Alpe avrebbe chiuso. Oggi la posizione è invariata. «Allo stato attuale non vediamo alcuna alternativa concreta ribadiscono -, considerato che per sostituire lo skilift delle Erte sono necessari sei mesi di tempo, è chiaro che la stagione 2019/2020 è ad alto rischio». Non saranno presenti alla manifestazione di domani, gli imprenditori. Condividono le motivazione e l'affetto per la località, ma trovano imbarazzante sfilare in un corteo causato da una loro decisione: quella di non aprire gli impianti il prossimo inverno. 
CONFARTIGIANATOCi sarà, invece, Confartigianato. L'associazione di categoria ha ribadito ieri tutto il suo appoggio all'iniziativa e all'economia del Colle. «Come associazioni di imprenditori - affermano i presidenti di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella e di Appia-CNA, Massimo Sposato - siamo abituati a muoverci partendo dalla concretezza delle ipotesi o dei progetti su cui imperniare il nostro lavoro ed è ciò che attendiamo di vedere anche per la questione Nevegal. Siamo altresì pronti a intervenire non appena troveremo la condivisione delle idee e a mettere a sistema le nostre forze. Per intanto abbiamo esteso l'invito alla manifestazione a tutti i nostri associati. Crediamo fortemente nel ruolo delle imprese quali generatori del rilancio del Colle bellunese».
Alessia Trentin
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