LIVINALLONGO - Fodom in lutto per l'ex sindaco e artista Gianni Pezzei Baiòl.
IL LATO ARTISTICO
Nato nella frazione di Liviné il 30 luglio 1951, figlio di Giuseppe e Rosa ex gestori dell'albergo Alpino di Pieve, ha frequentato l'Istituto d'arte di Selva Val Gardena e poi l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Dal 1970, con la prima mostra personale al Museo civico di Belluno, è stato un crescendo di esposizioni, di premi e riconoscimenti. Tante sue opere fanno ancora bella mostra di sé all'aperto, ammirabili da tutti. È il caso de La levina ad Arabba, de Il partigiano a Revine Lago o del Monumento alla libertà a Canale d'Agordo. Innumerevoli i lavori pittorici (nel suo inconfondibile stile naif), lignei e bronzei appartenenti a collezioni private italiane ed estere. Tra i suoi soggetti preferiti, il cavallo. Ma anche i protagonisti religiosi e quelli della storia, dei miti e delle leggende. Pezzei è stato anche insegnante alle scuole medie, all'Istituto d'arte e al Centro consorzi di Sedico.
L'ANIMA POLITICA
«La notizia della morte del Baiòl ha lasciato attonita l'intera comunità di Livinallongo - afferma Grones, che di Pezzei fu assessore - Oltre a stimato artista egli è stato nostro sindaco per 15 anni e anche assessore provinciale. Più semplicemente è stato un uomo che ha amato profondamente la sua terra con le relative gente, storia e cultura. Se n'è andato un amico, un maestro, una persona che ha dato tantissimo alla nostra comunità. Il suo instancabile impegno amministrativo si concretizzava sempre in progetti intelligenti e dall'operatività immediata. Con i suoi modi decisi, determinati e a volte severi, che spesso si scontravano con il suo fare accattivante, era sempre in corsa verso gli obiettivi della sua genialità per il bene dei fodomi». Pezzei è stato sindaco per tre legislature: dal 1980 al 1990 e dal 2004 al 2009. Nella giunta di Oscar De Bona, poi, è stato anche assessore all'istruzione di Palazzo Piloni. Di ispirazione democristiana, dava poca importanza alle tessere di partito. «In una piccola realtà come Livinallongo - diceva - l'importante è ascoltare la gente e cercare di esaudire le loro richieste». Da estroso qual era passava senza alcun problema dall'approccio più pragmatico a quello delle pubbliche relazioni. Ottimi, ad esempio, i rapporti con i vertici regionali di allora: si pensi ad esempio ai presidenti Carlo Bernini e Gianfranco Cremonese che ad Arabba erano di casa.
IL RICORDO
«Aveva una rara capacità di vedere avanti - conclude Grones -; nella sua figura si era felicemente concretizzato un importante connubio tra azione politico-amministrativa a difesa della nostra peculiarità storico-culturale e l'amore per la sua professione artistica. Nei nostri cuori lascia un vuoto enorme nonché tanti ricordi, una ricca eredità di idee, insegnamenti e aspirazioni. A nome mio personale, dell'Amministrazione comunale e della cittadinanza tutta rivolgo le più sentite condoglianze alla moglie Cristina, ai figli Gianluca e Andrea e a tutto il resto della famiglia. A loro va tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto». Il funerale si terrà venerdì 25 marzo alle ore 14 nella chiesa di Pieve di Livinallongo.