Minacce sul manifesto: indagata infermiera no-vax

Lunedì 17 Maggio 2021
Il manifesto imbrattato, infermiera indagata a Belluno
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BELLUNO Chi fa intervenire il proprio avvocato, chi si tira indietro, chi non vuole commentare.

Tra i grossi nomi dei medici del ricorso in tribunale, che raggruppa 62 sanitari bellunesi che rifiutano il vaccino (52 dipendenti dell'Ulss Dolomiti), nessuno si espone. Nessuno vuole raccontare cosa ci sia dietro quel no al siero contro il Covid, insomma esporre le proprie ragioni. «Ci sono gli ambienti giusti per parlare di queste cose - dice la dottoressa Federica Zanatta delle Cure Palliative di Feltre, una delle ricorrenti contro l'obbligo vaccinale -. Io non parlo con la stampa, sono invece per il contatto diretto fra colleghi con i quali può parlare di scienza. Non mi interessa altro». Con lei nel ricorso il primario di Medicina Nucleare Sergio Bissoli e il dottor Cosimo Damiano Smiraglia, dirigente sanitario in Psichiatria a Feltre.

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IL CASO
Ma c'è anche l'infermiera dell'ospedale di Belluno, C.Z., 54 anni di Sedico: è la stessa donna indagata per danneggiamento deturpamento di cose altrui per il manifesto scarabocchiato al pronto soccorso di Belluno nell'ottobre scorso. Il cartellone era parte di una campagna di sensibilizzazione: Rispetta chi ti aiuta, no alla violenza contro gli operatori della salute. Ad accompagnare la frase il volto di una donna in camice azzurro con la mascherina calata e un occhio tumefatto. Su quel cartellone che si trovava nella sala d'aspetto del pronto soccorso del San Martino una persona ignota aveva scritto: Fate schifo, continuate così e sarà il minimo che vi aspetta. Dopo quell'episodio l'infermiera C.Z. aveva scritto a Il Gazzettino una lettera raccontando che dopo un'incidente e una lunga attesa al pronto soccorso, stanca e dolorante, aveva chiesto una penna. «Decido di scrivere - aveva spiegato la donna nella lettera al direttore - sul manifesto tipo vela di sensibilizzazione al rispetta chi ti aiuta che mi sembra, data la situazione, una beffa sia per i pazienti sia per noi operatori (in quanto lo sono pure io), la frase fate schifo, preciso che lo stesso era già stato scarabocchiato da altri».
IN TRIBUNALE
Dopo quell'episodio vandalico contro i sanitari ci fu la denuncia, contro ignoti, dell'Ordine degli infermieri con l'avvocato Gianluca Nicolai. Le indagini dei poliziotti ricostruirono l'accaduto e arrivarono a lei. Ma la donna, difesa dall'avvocato Massimiliano Xaiz, ha sempre respinto le accuse. Nei prossimi giorni la vicenda approderà di fronte al giudice di pace: l'udienza è il 26 maggio. Ma l'infermiera sarà poi in tribunale anche per il ricorso civile contro il vaccino.
IL BOLLETTINO
Intanto l'epidemia sta rallentando in provincia. Continuano a scendere gli infetti: sono 328 i bellunesi con Covid secondo il bollettino di Aazienda Zero diffuso ieri alle 17. Solo 5 i nuovi casi registrati dalla Ulss 1 Dolomiti nelle ultime 36 ore, come comunicato nel quotidiano aggiornamento. E nessun decesso. Restano quindi 637 le vittime totali del Covid dall'inizio della pandemia ad oggi: ovvero quasi due morti al giorno positivi al virus, per oltre un anno. Sono poco meno di una ventina i pazienti Covid ancora ricoverati negli ospedali, tutti in reparti non critici: le terapie intensive infatti restano vuote. (ol.b.)
 

Ultimo aggiornamento: 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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