Torna la caccia al lupo. «Pericolosi per il bestiame e troppo vicini alle case»

Giovedì 21 Dicembre 2023 di Raffaella Troili
Torna la caccia al lupo

Il lupo è un po' meno al sicuro. La Commissione Europea vuole cambiare, abbassandolo, lo status di protezione nell'Ue del lupo, uno dei grandi carnivori che popolano il Vecchio Continente.
Perché oltre 20mila esemplari in tutto il territorio comunitario sono senz'altro una vittoria per la conservazione della specie ma rappresentano un rischio per il bestiame e le stesse comunità rurali, che lentamente si stanno spopolando. Perciò l'esecutivo Ue ha presentato ieri una proposta di decisione del Consiglio per adeguare lo status di protezione del lupo: la proposta dovrà essere approvata prima dal Consiglio Ue per essere poi esaminata dal Comitato della Convenzione di Berna sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali. Lo status di protezione del lupo - ricorda la Commissione - è stato stabilito sulla base di dati scientifici che risalgono al 1979. Ora, sulla base di un'analisi approfondita sullo status del lupo nell'Ue, la Commissione propone di rendere il lupo «protetto» anziché «strettamente protetto». Già a settembre aveva annunciato che, sulla base dei dati raccolti, avrebbe deciso se modificare lo "status", introducendo se necessario, ulteriori flessibilità.

Dalla protezione assoluta alla tutela semplice. Un declassamento - previo accordo dei 50 Stati membri (serve la maggioranza qualificata) e di altre parti contraenti della Convenzione di Berna - che era nell'aria. La proposta della Commissione corrisponde in gran parte alla posizione del Parlamento Europeo nella risoluzione del 24 novembre 2022. La Commissione «continua a sollecitare autorità nazionali e locali a intraprendere le azioni necessarie nel quadro attuale, con il sostegno dell'Ue, offrendo loro una chiara prospettiva di ulteriore flessibilità gestionale, qualora le possibilità esistenti si rivelassero insufficienti». Così la presidente Ursula von der Leyen, che è stata toccata dal problema in prima persona. Oltre un anno fa proprio un lupo aveva straziato le carni del suo pony prediletto, Dolly. «Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. Per gestire meglio le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto maggiore flessibilità. Il processo avviato è un passo importante. Possiamo trovare soluzioni mirate, per proteggere sia la biodiversità che i nostri mezzi di sussistenza rurali». Per il commissario all'Ambiente Virginijus Sinkeviius, «la proposta di modificare lo status di protezione dei lupi riconosce la necessità di affrontare le sfide poste dall'aumento delle popolazioni di lupi. La Commissione continuerà a sostenere autorità nazionali e locali, con finanziamenti e orientamenti, per promuovere la coesistenza con il lupo».

LE REAZIONI

Soddisfatto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, la proposta «va nella giusta direzione sia a salvaguardia della specie che a tutela delle aziende zootecniche». Negli ultimi decenni la specie si è espansa in gran parte d'Italia dove, complessivamente, si stima la presenza di circa 3600 capi. Sulle Alpi si è registrato l'aumento più significativo (950) e nelle aree interne del Paese si sono riscontrati i maggiori danni al bestiame. Numerosi gli avvistamenti a Nordest, soprattutto nel Bellunese, anche in zone abitate, vedi l'esemplare fotografato quasi in centro a Falcade pochi giorni fa. «Ora bisogna fermare le stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all'abbandono della montagna», afferma Coldiretti. Esulta il ministro dell'Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, che ha definito «auspicabile e doverosa» la revisione dello status di protezione, «per garantire la sopravvivenza di altre specie messe a rischio dalla eccessiva proliferazione di questo animale». Mentre il Wwf sottolinea la sua assoluta contrarietà e invita gli Stati membri dell'Ue a respingere questa proposta, anche Legambiente parla di «insensata proposta».

Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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