BELLUNO - In poco più di due mesi, nel Bellunese, sono stati scoperti sette lavoratori in nero, più uno irregolare, e sono stati segnalate gravi violazioni all'autorità giudiziaria. È la sintesi delle operazioni svolte da gennaio dalla Guardia di Finanza di Belluno, sempre più in prima linea nel contrastare il sommerso da lavoro. I controlli hanno permesso di rilevare molteplici irregolarità. Prosegue, dunque, l'impegno dei militari del Comando provinciale delle Fiamme Gialle nell'azione di verifiche economiche del territorio, volte ad assicurare una lotta efficace ai diversi fenomeni illeciti, potenzialmente rilevabili in ambito bellunese, con particolare riguardo al lavoro sommerso e ai possibili fenomeni di impiego di manodopera clandestina.
SOTTO LA LENTE
In particolare, nell'Agordino, durante il controllo di un albergo, sono stati scoperti due lavoratori "in nero", illecitamente impiegati, un cuoco/barista e una cameriera, in assenza della preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro agli organi competenti da parte del datore di lavoro privato e senza che fosse stato sottoscritto alcun contratto di lavoro. Dopo gli approfondimenti effettuati, è scattata la proposta al competente Ispettorato territoriale del lavoro di Belluno per l'adozione del provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale, nonché la denuncia a piede libero del titolare della struttura per l'impiego di stranieri privi del permesso di soggiorno.
IL DISTACCO
Nel Bellunese, invece, l'attività di natura fiscale svolta nei confronti di una società di capitali operante nel settore manifatturiero ha permesso di rilevare l'illecito distacco di un dipendente in un'altra società collegata, in quanto privo dei requisiti previsti dalla legge.
IL COMMENTO
«D'intesa con l'Ispettorato territoriale del lavoro e con lo Spisal afferma il colonnello Dario Guarino la Guardia di Finanza di Belluno prosegue nell'incessante opera di contrasto al sommerso da lavoro, piaga per il sistema economico sia in termini di tutela dei lavoratori che di concorrenza sleale rispetto alle attività commerciali oneste, e all'immigrazione clandestina, con la finalità di impedire lo sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari. Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna». Questa plurima operazione si è svolta parallelamente agli imponenti controlli, effettuati a tappeto dalla Gdf bellunese, nel settore della collaborazione domestica, che ha visto coinvolte colf e badanti, per la mancata presentazione della denuncia dei redditi, e il recupero a tassazione di oltre 5 milioni di euro di base imponibile ai fini delle imposte dirette. I finanzieri, nell'ultimo semestre, hanno infatti "scovato" ben 152 soggetti irregolari, di cui 128 evasori totali, pari all'84% del totale. Il monitoraggio svolto ha permesso di individuare circa 3.700 posizioni, avviando immediatamente i controlli fiscali nel corso di quelli risultanti via via con più elevati profili di rischio. Il profilo reddituale degli interessati è stato ricostruito attraverso la documentazione detenuta dall'Inps, grazie al fatto che, nella maggioranza dei casi, i datori di lavoro avevano inserito tutti i dati previsti.