Il Comune di Cortina d'Ampezzo sfratta la scuola Montessori e si ritrova un esposto in Procura per abuso d'ufficio

Martedì 13 Giugno 2023 di Marco Dibona
La scuola Montessori

CORTINA D'AMPEZZO (BELLUNO) - Un confronto pubblico potrebbe chiarire davanti alla popolazione i rapporti fra l’amministrazione comunale di Cortina d’Ampezzo e il centro Montessori, che venerdì scorso ha visto l’ultimo giorno di questo anno scolastico e, forse, dell’intera storia della struttura, sorta venticinque anni fa. Nel contempo il consiglio direttivo della scuola fa sapere che è già stato presentato un esposto alla procura della Repubblica, per evidenziare un presunto abuso d’ufficio e contro le relazioni pubblicate sul sito istituzionale dell’amministrazione comunale, ritenute “denigratorie e calunniose, volutamente deformate e non corrispondenti alla realtà”.

IL BRACCIO DI FERRO

Non accenna a placarsi il braccio di ferro fra l’associazione “Facciamo un nido” e l’amministrazione ampezzana, mentre si attendono altri pronunciamenti della magistratura, in una vertenza infinita. Nel frattempo i responsabili della scuola commentano: «La paura che ci pervade è che non sia stato semplicemente la chiusura dell’anno scolastico ma la chiusura definitiva. Sono anni che ci sono contenziosi con il comune, con la nostra speranza e volontà di trovare un accordo, nel rispetto delle parti, nella legalità, per il bene della comunità e che ci permettesse di continuare il nostro progetto». I giorni scorsi il sindaco Gianluca Lorenzi ha diffuso una nota di tutt’altro tenore, elencando i motivi che impediscono alla sua amministrazione di accondiscendere alle richieste della scuola privata, malgrado il preciso impegno che lui assunse in campagna elettorale, un anno fa. Il direttivo dell’associazione ripete ancora i passi del contenzioso; la mancata erogazione di contributi; il presunto debito che essa avrebbe nei confronti della pubblica amministrazione. Ricorda la sentenza di primo grado del tribunale di Belluno, alla quale il comune ha frapposto appello. Lamenta la spesa di 60mila euro, che il comune avrebbe utilizzato per pagare avvocati, con l’unico intento di far chiudere l’istituto. Si passa quindi all’attacco, nei confronti di altre realtà del paese: «Non comprendiamo come siano possibili assegnazioni dirette, senza bando e senza affitto, per altri enti e associazioni, mentre per noi, che abbiamo svolto per anni un servizio di fondamentale valore pubblico e sociale, viene chiesto lo sfratto».

LE MINORANZE

Dopo l’appello alla maggioranza e ai dirigenti comunali, ci si rivolge ai consiglieri dei tre gruppi consiliari di minoranza: «Chiediamo di vigilare sull’operato dell’amministrazione comunale, sulla corretta applicazione di regolamenti comunali. Si chiede di incentivare la più ampia partecipazione dei cittadini nei processi educativi e scolastici rivolti alla formazione e allo sviluppo della personalità del bambino, mediante l’erogazione di un contributo al fine di agevolare l’adempimento dei compiti della famiglia, di garantire il pluralismo sancito dalla Costituzione e la libertà dei genitori di scegliere i contenuti formativi». La nota dell’associazione chiude con la richiesta, nella massima trasparenza e responsabilità, di poter chiarire ai cittadini di Cortina e all’opinione pubblica l’intera vicenda in un confronto pubblico, moderato e imparziale con il sindaco e gli assessori. Le ultime occasioni di confronto pubblico sulla vicenda sono state proposte dal comitato civico Cortina. Accadde nel confronto fra i quattro candidati alla carica di sindaco, alla vigilia delle elezioni, un anno fa. Ci fu inoltre la manifestazione di piazza, lo scorso 18 marzo, per protestare contro le decisioni prese dall’amministrazione, in merito all’organizzazione dei Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026.

Quella sera si affrontò anche il tema della scuola Montessori. 

Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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