BELLUNO - «Via Ippolito Caffi: il biglietto da visita della città nell'abbandono». La protesta arriva da un giovanissimo: un 18enne che ha preso carta e penna e ha scritto allo sportello del cittadino e al sindaco, chiedendo, a nome di «un gruppo di residenti esasperati» di fare qualcosa.
LO SCENARIO
«Evidentemente - dice Pollazzon - la fresca giunta comunale preferisce firmare permessi per la costruzione di supermercati e centri commerciali. Ma, se tra una vidimazione e l'altra, avanzasse un po' di tempo l'inviterei a passare, anche rapidamente, per la via dedicata all'ottocentesco pittore bellunese. Si accorgerà che lo scenario non è differente a quello della stampa Case popolari dell'ottocento di Gustave Dorè».
LA PULIZIA?
Pollazzon prosegue: «Gli spazzini che passavano quasi tutte le mattine ci hanno abbandonato al nostro triste destino; gli operatori comunali si sono dimenticati della nostra misera esistenza. Solo qualche arcigno ausiliario del traffico si degna ancora di farci visita sporadicamente. I rifiuti, il fogliame e la sporcizia si accumula ai lati della pietosa carreggiata copiando, in modo raccapricciante, le polverose vie di Calcutta». E porta l'esempio di quando «in corrispondenza delle festività natalizie tra i civici 90 e 98 era stato rotto il finestrino di un'automobile. Non chiedetemi chi sia stato l'artefice di tale danno; non lo so e non mi interessa saperlo; quello che invece gradirei giungesse alle vostre orecchie è che la pavimentazione stradale è rimasta tappezzata di cocci di vetro fino a quando, il sottoscritto, armato di buona volontà e di una scopa, non ha ripulito tutto sfidando il traffico dell'ora di punta».
GLI ODORI
«Non mi stupirei se, durante il vostro sopralluogo in via Caffi, vi capitasse di essere avvolti da uno sgradevole odore di fogna. Non preoccupatevi, sono i tombini intasati - fa sapere il 18enne -. L'ultima capatina degli operatori addetti agli spurghi risale a metà settembre. Ignorando consigli e indicazioni dei già nervosi residenti hanno svuotato solo quelli più facilmente raggiungibili. Maleducati e frettolosi si sono dileguati in una manciata di minuti. Non li abbiamo più visti».
«TERRA DI NESSUNO»
Il giovane scrittore conclude la sua missiva al sindaco così: «Faccio infine presente che una volta varcato il confine ed entrati in quella terra di nessuno che va dal civico 106 all'80 spariscono misteriosamente, anche dai manuali di scuola guida, le aree carico-scarico. L'unica che c'era è stata brutalmente eliminata con un'instabile e sfiancata barriera di sicurezza verde e bianca durante l'estate. Immediatamente, il marciapiede di fronte al Genio Civile s'è trasformato in un parcheggio impedendo, talvolta, di uscire dai passi carrabili (per giunta ben segnalati) se non, addirittura, dallo stesso portone di casa». Samuele Polazzon si augura di avere risposta c eh al sua missiva «non passi inosservata e non finisca tristemente tra le fauci di una rumorosa trita-documenti».