I gestori: «20 minuti interminabili poi il cuore ha ripreso a battere. Ogni rifugio dovrebbe avere un defibrillatore»

Giovedì 15 Settembre 2022 di Dario Fontanive
Sebastiano Zaginel e Beatrice De Paoli del Rifugio Mulaz

CANALE/FALCADE - Venti minuti interminabili quelli trascorsi da Sebastiano Zaginel che aiuta la compagna Beatrice De Paoli nella conduzione del Rifugio Mulaz “Giuseppe Volpi”, che si trova tra i comuni di Canale e Falcade. Venti minuti che sono stati però importanti per salvare la vita di una turista tedesca 61enne, colpita da malore mentre andava a fare la doccia. «Sono stati minuti veramente interminabili - spiega Sebastiano - perché per quanto sei preparato ad affrontare certe situazioni quando le te le trovi davanti non sai mai se sei capace a gestirle. Fortunatamente questa volta è andata bene e il defebrillatore che da due anni abbiamo al rifugio questa volta è servito veramente per poter mantenere in vita questa signora».

LA TESTIMONIANZA «Aveva prenotato al Rifugio per trascorrere la notte lei e il suo compagno - racconta Sebastiano - quando è arrivata ha chiesto le chiavi della doccia e gliele ho consegnate, ha fatto poi per salire le scale e a un certo punto abbiamo sentito tutto un frastuono. Siamo saliti e abbiamo trovato la donna a terra. Fortunatamente si è sentita male qui, dove abbiamo potuto intervenire subito se il malore l’avesse colpita in doccia sarebbe stato molto più complicato in quanto probabilmente si sarebbe chiusa all’interno e sarebbe stato necessario buttare giù la porta perdendo minuti preziosi». Il rifugista prosegue nel racconto di quei concitati minuti: «Mentre la mia compagna è andata a prendere il defibrillatore io ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco e poi ho messo in pratica tutte quelle cose che avevo imparato partecipando ad un corso di primo soccorso organizzato dal Cai di Feltre e che era condotto dalla dottoressa Lara Pilotto che in questo caso deve ringraziare perché i suoi insegnamento sono stati in questo caso veramente importanti. Oltre al massaggio ho praticato cinque scosse alla signora e questo mi ha permesso di consegnare allo staff sanitario del Suem, giunto prontamente in elicottero, la signora ancora in vita. Sono stati momenti per me veramente di grande preoccupazione spero comunque che quello che ho fatto sia stato utile».

LA PREVENZIONE Il defibrillatore al Rifugio Mulaz è arrivato nel 2020 ed è uno strumento che specialmente nei rifugi di alta quota dovrebbe esserci sempre. «Il defebrillatore - spiega Sebastiano Zagonel che è anche Guida Alpina - dovrebbe trovarsi in ogni rifugio ma io penso in ogni struttura ricettiva e tutti i gestori dovrebbero fare dei corsi per saperlo usare in quanto spesso avere un defebrillatore e saperlo usare veramente può salvare la vita a delle persone. Questo defibrillatore è stato donato dalla famiglia di un mio amico della Guardia di Finanza, istruttore di roccia, un ragazzo che stava bene e che purtroppo è morto per un malore perché non si trovava nelle vicinanze un defibrillatore. La sua famiglia ha voluto donare a tutti i rifugi che gravitano nel gruppo delle Pale di San Martino un defibrillatore che in questo caso è stato importantissimo. Io come Guida Alpina ho effettuato durante l’addestramento dei corsi di primo soccorso, che sono basilari per chi opera in montagna, ma ho voluto anche migliorare questa mia conoscenza frequentando altri corsi perché veramente è necessario essere preparati quando si lavora in alta montagna con tanta gente»

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 12:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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