Covid & turismo, così il Cts e il Governo hanno fermato lo sci Il documento

Giovedì 1 Aprile 2021
Covid & turismo, così il Cts e il Governo hanno fermato lo sci Il documento
8

Per un mese e mezzo sono rimasti segreti i verbali del Comitato tecnico scientifico (Cts) che hanno segnato il destino degli impianti di risalita. Ma ora che è stata barrata di rosso la dicitura informazioni non classificate controllate, in calce a ogni pagina, quei documenti diventano a tutti gli effetti pubblici e rivelano cos'è successo fra il 4 e il 14 febbraio. Undici giorni in cui gli operatori della montagna sono passati dall'illusione di poter salvare almeno il finale della stagione, alla delusione di dover archiviare del tutto il 2020/2021, in un rimpallo di decisioni fra lo stesso Cts e il Governo.


IL VIA LIBERA
La seduta di giovedì 4 febbraio è molto attesa.

Dopo una raffica di annunci e smentite sulla data di ripartenza dello sci (3 dicembre, 7 gennaio, 18 gennaio), il Cts è chiamato a pronunciarsi sulle linee-guida proposte il 29 gennaio dalla Conferenza delle Regioni, in vista della possibile ripresa dal 15 febbraio nelle zone gialle e arancioni. Tecnici e scienziati rilevano «lievi segni di miglioramento» sul piano epidemiologico, ma anche «la sussistenza di una fase delicata». L'organismo apprezza le prescrizioni elaborate dalle Regioni, come il contingentamento giornaliero delle presenze e la gestione dei flussi sciistici. Tuttavia «il Cts non ritiene condivisibile» la previsione che in fascia arancione gli impianti possano funzionare al 50%, nemmeno con «l'introduzione dell'obbligo di dispositivi di tipo Ffp2», mentre «esprime parere favorevole al protocollo» nei territori gialli. È il sospirato via libera per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.


IL CAPO DI GABINETTO
Una settimana dopo, giovedì 11 febbraio, il ministero della Salute invia una lettera al Comitato tecnico scientifico. Il capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, «d'ordine del ministro» Roberto Speranza, chiede al padovano Agostino Miozzo, all'epoca coordinatore del Cts , «anche a proposito dell'allarmante contesto europeo di riferimento caratterizzato dalla diffusione delle varianti», di sottoporre alla valutazione del Cts «la sussistenza di tutti i presupposti per procedere alla riapertura degli impianti, anche nelle c.d. zone gialle, alla data del 15 febbraio 2021, o se diversamente, in via cautelativa nell'attuale contesto epidemiologico, non sia opportuno differire ulteriormente tale azione di rilascio, che peraltro si affianca al delicato percorso di riapertura in presenza delle attività didattiche».


LO STOP
La domanda appare vistosamente retorica. Venerdì 12 febbraio tecnici e scienziati mettono a verbale il proprio parere precedente, ma anche i risultati del monitoraggio settimanale, condotto dallo stesso ministero della Salute e dall'Istituto superiore di sanità, secondo cui l'incidenza dell'epidemia è «nuovamente in crescita con un impatto sostenuto sui sistemi sanitari, anche a causa delle varianti virali». Pertanto, «alla luce delle mutate condizioni epidemiologiche», il Cts «suggerisce la necessità di un approccio generale di estrema cautela, rilevando che, allo stato attuale, non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive attuali, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale, rimandando al decisore politico la valutazione relativa all'adozione di eventuali misure più rigorose». Arriva dunque lo stop, voluto da 20 dei 21 componenti presenti.


LE ORDINANZE
Il verbale però viene secretato e i governatori si attengono alla data fissata dal dpcm dell'allora presidente Giuseppe Conte. Sabato 13 febbraio Luca Zaia e domenica 14 febbraio Massimiliano Fedriga emanano le ordinanze che dispongono la riapertura in Veneto e in Friuli Venezia Giulia dalla settimana successiva. Ma nella serata di domenica il ministro Speranza ferma tutti, sospendendo lo sci fino al 5 marzo. Sarà poi il nuovo premier Mario Draghi a firmare il decreto che fa slittare ulteriormente la scadenza al 6 aprile. Ma questa è un'altra storia, il cui finale deve essere ancora scritto, benché sia già ampiamente prevedibile.
 

Ultimo aggiornamento: 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci