CORTINA Il campanile di Cortina si colora di rosa, la sera, illuminato dai fasci di luce proiettati sulle bianche pareti di dolomia, sulla torre campanaria, eretta a metà dell’Ottocento, simbolo della comunità d’Ampezzo. È lo gnomone della meridiana che scandisce il tempo, un mese di attesa, sino alla partenza del Giro d’Italia di ciclismo, edizione numero 104. La “corsa rosa” scatterà da Torino sabato 8 maggio, per terminare a Milano domenica 30 maggio. A Cortina si concluderà la frazione numero 16, lunedì 24 maggio: è considerata la “tappa regina”, con oltre 220 chilometri da percorrere e 5.700 metri di dislivello, per finire nella località dei Mondiali di sci 2021 e dei Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026.
IN BELLA COMPAGNIA
Il campanile della parrocchiale, che svetta a oltre 70 metri di altezza, si illumina di rosa come la Mole Antonelliana di Torino; la tomba di Dante a Ravenna, partenza di tappa, nell’omaggio all’Alighieri, nel settimo centenario della morte; quella stessa frazione si concluderà a Verona, che accolse il poeta esule, e lì si è illuminato il balcone di Giulietta. Luci rosa si sono accese a Milano, su Palazzo Marino, nella città in cui il Giro nacque, nel 1909; a Foggia, L’Aquila, Foligno con il suo ponte sul Topino, citato anch’esso da Dante nella Commedia.
DATE E NOMI IMPORTANTI
A caccia di ricorrenze, ci sono i 90 anni della Maglia rosa, emblema della vittoria al Giro; i 100 anni dalla nascita di Alfredo Martini, prima corridore, poi grande commissario tecnico; i 160 dell’unità d’Italia. Numerosi grandi nomi del ciclismo italiano e internazionale hanno già confermato la loro presenza; sarà dunque spettacolo, anche grazie a tappe davvero durissime, con salite inedite come la “Sdruzzinà” che porta a Sega di Ala, oppure classiche, come quelle del tappone di Cortina.
IL PERCORSO
Da Sacile si salirà alla Crosetta, in Cansiglio, con un migliaio di metri di dislivello, per cominciare; scesi in Alpago, passati per Ponte e Belluno, si percorre l’Agordino, si sale alla Marmolada sulle temibili rampe del Fedaia, che il 2 giugno 1998 consegnò il Giro a Marco Pantani; scesi a Canazei si affronta il Pordoi, Cima Coppi con i suoi 2.239 metri, per tornare nel Veneto, percorrere la terra Fodom sino al passo Giau, che non sfigura di certo, a 2.236 metri, per l’ultima vertiginosa discesa su Cortina e l’arrivo nel centro del paese.
USANZA DECENNALE
Il logo Giro d’Italia proiettato sul campanile prolunga un inverno in cui la torre è stata a lungo schermo sul quale far campeggiare scritte, colori, simboli dello sport, soprattutto per i Mondiali di sci alpino. È un’usanza che si perpetua da una decina d’anni, avviata dalla passata amministrazione e proseguita con questa.