CORTINA - Ha ripreso di gran lena il lavoro del cantiere per il rifacimento del ponte Zorzi, sul torrente Bigontina, nel centro di Cortina. Il manufatto è lungo il tratto della statale 51 di Alemagna che sale verso la stazione e passa sotto le arcate del centenario ponte della ferrovia.
IL PROGRAMMA
È una delle opere inserite nel piano straordinario di Anas per l’accessibilità a Cortina, varato per i Campionati del mondo di sci alpino 2021. Passato ormai l’evento, si tratta ora di completare gli interventi che ancora mancano all’appello. Se ne parlò lo scorso 24 maggio, in un incontro fra i vertici Anas, con il presidente Claudio Andrea Gemme, che è pure commissario di governo per l’attuazione del piano, e il sindaco Gianpietro Ghedina. L’amministrazione ampezzana sollecitò, in quell’occasione, la fine dei lavori già avviati; è proprio il caso del ponte sul Bigontina, al quale si lavora dal 2019, con lunghe interruzioni, derivanti da difficoltà nei rapporti fra Anas e le imprese appaltatrici. «La nostra preoccupazione nasce quando, da un giorno all’altro, non vediamo più operai nei cantieri – disse il sindaco Ghedina – nel nostro ruolo di sentinelle del territorio ci farebbe piacere non osservare queste assenze, ma vorremmo invece vedere molte maestranze all’opera, per completare i lavori». La scorsa primavera qualche cittadino spazientito scrisse la parola “Vergogna” sul muro di sassi che sorregge la stazione di partenza della funivia Faloria, accanto al cantiere fermo. Nel dicembre 2020 destò attenzione e curiosità la potente gru, che posizionò pesanti elementi di cemento armato, per costruire le due spalle del ponte, per gettare le fondazioni, utilizzando una tecnologia che avrebbe dovuto accelerare i tempi, utilizzando piastre prefabbricate in cemento, per allestire il cassero, nel quale poi gettare il calcestruzzo.
IL CANTIERE
Ora si sta scavando, sulla destra del senso di marcia dei veicoli, per demolire il vecchio muro di sostegno, sbancare il terreno, costruire una nuova protezione, così da modificare il raggio di curvatura, per creare un migliore accesso al ponte e consentire un passaggio più agevole di tutti i mezzi. Sinora la carreggiata ristretta costringeva infatti i veicoli più grandi, le corriere, gli autotreni e gli autoarticolati, a occupare entrambe le corsie, lungo quello che è, nel contempo, un tratto vitale della viabilità di attraversamento della conca e una direttrice di penetrazione nel centro del paese.