Coronavirus: scoppia un focolaio in ospedale, chiuso il reparto di Medicina

Venerdì 20 Novembre 2020 di Davide Piol
Ospedale di Agordo

BELLUNO -Scoppia un focolaio all'ospedale di Agordo e torna la paura. Quella della prima emergenza a marzo quando con 5 medici in isolamento venne riorganizzata l'intera struttura con sospensione dei ricoveri per la Medicina, la Lungodegenza e l'Ospedale di Comunità, oltre all'attività ambulatoriale di Medicina, l'attività chirurgica, la chirurgia generale. Questa volta sembra meno grave: l'Usl nella nota diffusa ieri si limita a comunicare «sono stati temporaneamente sospesi i ricoveri alla Medicina di Agordo». Si apprende poi che è a causa di alcune positività tra pazienti e che per questo l'azienda sanitaria ha sospeso i nuovi ricoveri. 
IL BOLLETTINO

Quel che è certo è che il virus torna ad aggredire le strutture sanitarie e, in generale, la provincia dove gli attualmente positivi sono più di 4mila. La buona notizia è che, dato Usl a ieri alle 17, non sono morti pazienti Covid nelle ultime 24 ore. Quella meno buona è che i nuovi positivi hanno sfondato di nuovo quota 200, dopo un periodo in cui i contagi erano scesi sui 150-160 casi al giorno. Ieri sono stati 216. I nuovi casi di coronavirus scoperti ieri portano a 4.003 il totale degli attualmente positivi. Mentre i ricoveri salgono a 167 (+4). Sono 7 le persone ricoverate in condizioni gravissime nei reparti di Terapia intensiva: 4 a Belluno e 3 a Feltre. In totale i pazienti covid nei due ospedali principali della provincia, il San Martino e il Santa Maria del Prato, sono 107. Quanto agli ospedali di comunità sparsi sul territorio ci sono 5 persone positive ad Alano, 15 a Feltre, 14 a Belluno, 12 ad Agordo e 14 ad Auronzo. Nel frattempo sono stati attivati ulteriori 9 posti letto nell'ospedale di comunità a Belluno per pazienti covid. Mentre le persone ricoverate in Neurologia sono state trasferite al quarto piano, lato est, del San Martino. 
LE USCA

Intanto sono stati assunti 11 medici per la formazione delle Usca che saranno attive 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20. «A seguito dell'avviso pubblicato da Azienda Zero per la formazione di elenchi di medici disponibili a prestare attività assistenziale presso le Usca spiega l'azienda sanitaria e rilevata la necessità di attivare due unità presso il distretto di Belluno, l'Usl 1 Dolomiti ha raccolto le disponibilità dei medici in elenco e ha conferito un incarico agli 11 medici che hanno accettato». Si tratta di Giovanni De Col, Daria Zuffi, Alessandro Ceschia, Giorgia Dal Zilio, Margherita Prior, Filippo Michele Fieramonte, Marco Agostini, Alberto Petterle, Margot Nerenzi, Carlotta Zarri e Marco Balducci. La sede operativa Usca, nello stabile di San Gervasio a Belluno, è già stata attivata. Le Usca erano state attivate anche nella prima ondata di contagi. Ma con difficoltà perché non è semplice reperire camici bianchi per far funzionare il sistema territoriale, che dovrebbe dare una boccata di ossigeno ai medici di base. Le Usca sono il presidio medico sul territorio, dove si previene il Covid: gruppi di medici che hanno il compito di gestire a domicilio (consulto telefonico, video consulto, visite domiciliari) i pazienti sospetti o accertati Covid-19, che non necessitano di ricovero ospedaliero. Dovrebbero essere quattro in provincia tra Belluno, Cortina e Feltre. Come accaduto a marzo, è partito subito quello di Feltre. Ora l'azienda sanitaria sta attivando i due a Belluno. 
IL SINDACO POSITIVO

«Purtroppo il mio tampone è risultato ancora positivo». L'ha annunciato ieri sera, dal suo profilo Facebook, il sindaco di Valle di Cadore Marianna Hofer. Spiegando: «Tra sette giorni ne farò un altro. Se dovesse essere negativo sarò libera». Il numero di positivi a Valle di Cadore rimane stabile a 32 ma aumentano a 17 (+4) le persone in isolamento fiduciario. 
Davide Piol 
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Ultimo aggiornamento: 15:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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