Belluno. Gli angeli a 4 zampe proteggono gli escursionisti dalle valanghe, ecco l'unità cinofila fissa

Giovedì 14 Dicembre 2023 di Daniela De Donà
Uno dei cani pronti a intervenire in valanga, con le apposte maschere per la neve

BELLUNO -  Si chiamano Nina, Asia, Kira, Oak,Zara, Loky, Skary, Ira, Zen, Hope, Tiago e Jack. Tutti pronti ad imbarcarsi sull’elicottero del Suem 118. Sono i cani da valanga: da dieci giorni a Pieve di Cadore un’unità cinofila è fissa - “montata in base” - anche quest’anno in turnazioni di servizio attivo quotidiano. Cane e conduttore, infatti, fanno capo alla Centrale operativa di elisoccorso quando il grado di rischio è da 2 (pericolo moderato) in su. Se da una parte il Soccorso alpino delle Dolomiti Bellunesi, con il suo delegato Alex Barattin, invita alla prudenza nelle uscite sulla neve, dall’altra l’organizzazione dei soccorsi è ben addestrata per intervenire in caso di necessità.

IL FIUTO

«I cani lavorano con il naso – spiega Alessandro Darman del Soccorso alpino, direttore della Scuola regionale delle Unità cinofile, coordinatore delle unità cinofile del Veneto, istruttore nazionale - una caratteristica olfattiva notevolmente superiore alla nostra che sfruttiamo. Tanto per capirsi: i cani trovano due granelli di sale in un campo di calcio». Le razze che si prestano ad essere addestrate per salvare vite di scialpinisti o ciaspolatori rimasti sotto un valanga sono sostanzialmente tre: pastore tedesco, border collie, pastore belga malinois. Tutti cani intelligenti, dolci, devoti.

CON LA MASCHERA

«A loro si pensa come fossero esseri umani – sono parole di Darman, conduttore del cane Flash, – ecco che, per proteggere la vista dal riverbero della neve, vi sono più soluzioni. O si mettono negli occhi delle particolari gocce, o si usa una pomata. Ma esistono, per i loro occhi sensibili, particolari occhiali e anche una apposita mascherina. In realtà nel momento clou del lavoro di ricerca di un sepolto, cioè quando lavora, questa maschera al cane viene tolta». Sono nove le unità cinofile sempre operative in provincia di Belluno (con l’aggiunta di due cani a disposizione da Sappada e uno da Cison di Valmarino): «Grazie ad una convenzione a collaborare, coprendo alcuni turni al Suem 118 di Pieve di Cadore, sono le unità cinofile della Guardia di Finanza – precisa Darman ricordando i due interventi dello scorso inverno – per un semisepolto e un sepolto. Uno salvo e uno deceduto».

L’APPELLO

Quindi l’invito alla prudenza: «Ora nei canalini dovunque il pericolo è alto perché la neve è fresca e ventata. Meglio avere timore, la troppa sicurezza a volte inganna». Quindi il riferimento a chiunque ami l’escursione in neve fresca: «Tutti pensano che l’attenzione riguardi solo gli scialpinisti anche perché negli ultimi vent’anni sono aumentati in modo esponenziale. Ma è un errore pensare che sia tutto più facile per i ciaspolatori: un pendio innevato per tutti può rappresentare un pericolo».

LA PREVENZIONE

Intanto varie sezioni del Cai della provincia stanno organizzando corsi base di scialpinismo rivolti a chi, in possesso delle tecniche base dello sci in pista, desiderano mettersi alla prova con le pelli di foca, fruendo di lezioni teoriche (nivologia, topogrfia, conduzione di una gita, autosoccorso, utilizzo della pala e della sonda) e uscite pratiche con istruttori regionali e nazionali. Per quel che riguarda la sezione di Belluno le iscrizioni si chiuderanno il 12 gennaio 2024. 

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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