BELLUNO - Prendere un libro in prestito nella Biblioteca civica cittadina, ai tempi del Covid, richiede tanta pazienza.
OBBLIGHI SURREALI
Ai tempi del Covid: è in questa espressione ormai venuta quasi a noia che possono trovare posto una serie di passaggi che fanno parte purtroppo della nostra quotidianetà. La biblioteca deve osservare comunque altre disposizioni, la più surreale delle quali è la quarantena dei libri. Quando un volume viene restituito, infatti, non può essere dato in prestito subito. Serve qualche giorno, perché possa tornare a disposizione di altri utenti.
CODICI E RISPOSTE
Ma come sta vivendo questo periodo così delicato l’ambiente culturale che ruota attorno a un’istituzione di così grande tradizione? Il direttore della Biblioteca, Giovanni Grazioli, preferisce non rispondere, spiegando attraverso messaggio che il codice di comportamento dei pubblici dipendenti non gli consente di concedere interviste. L’assessore comunale alla cultura, Marco Perale, ha meno vincoli e nessun problema a riconoscere che per l’utenza della Biblioteca non è un momento facile. «Riconosciamo il disagio degli utenti. Stamattina (ieri mattina, ndr) sono stato sia in Biblioteca sia al Museo Fulcis dove a una coppia di persone è accaduto che solo a una sia stato scansionato il Qr Code». Quindi una dentro, l’altro fuori. Non si fanno concessioni.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
«E anche in Biblioteca ci sono tanti ostacoli - ammette ancora Perale -: oltre a igienizzarsi le mani, indossare la mascherina, compilare il modulo e disporre del green pass, bisogna anche prenotare se si vuole fermarsi a leggere e studiare. Perché il numero di persone ammesse è contingentato. Ogni tanto bisogna farli uscire, per cambiare aria. Al Museo è tutto un po’ più semplice, ci si muove, si cambia stanza...».
ARREDI RINNOVATI
L’assessore richiama i problemi alla base di una politica culturale che l’amministrazione Massaro deve adattare «alla drammatica riduzione della spesa corrente. Possiamo invece spendere in conto capitale. Quindi, ci siamo dedicati all’hardware, non al software». Tradotto, e applicato alla Biblioteca, questi anni influenzati prima dalla crisi economica globale iniziata nel 2008, e poi da Vaia e dal Covid, vengono vissuti trattenendo il fiato, consapevoli di fornire un servizio incompleto. A Palazzo Bembo, tanto per fare un altro esempio, la Biblioteca Civica non mette a disposizione l’intero suo patrimonio di libri «perché alcuni sono come un quadro di Tiziano, non possono essere spostati, devono essere chiusi in “cassaforte”». Il ritorno a Palazzo Crepadona è in calendario nella primavera del 2022, «intanto sono in corso gli appalti per gli arredi che saranno completamente rinnovati. Quanto al Bembo, sarò il nostro polo espositivo ma una delle due sale attualmente utilizzate per i servizi di biblioteca, sarà a disposizione della Luiss».
SCAFFALE APERTO
La nuova biblioteca in un Palazzo Crepadona ristrutturato riserverà invece un loggiato per i libri «a scaffale aperto», secondo la definizione di Perale, cioè veramente alla portata di chiunque (e per sicurezza ci si affiderà non solo alla civiltà dei bellunesi ma anche a dispositivi antitaccheggio). Ma per ora, ai tempi del Covid e del green pass, sappiamo che per ottenere un libro dobbiamo munirci della tessera dei prestiti, senza dimenticare però un “documento” impalpabile e necessario. La pazienza.