Attacchi social, il Comune denuncia il "leone da tastiera" multato con l'autovelox

La decisione della giunta per tutelare l'immagine dell'ente

Sabato 18 Febbraio 2023 di Valerio Bertolio
Attacchi social, il Comune denuncia il "leone da tastiera"

ARSIÈ - La giunta di Arsié sotto gli attacchi di post pesantissimi sulle pagine Facebook: dietro quei commenti al veleno ci sarebbe sempre la stessa persona.

Ovvero il cittadino autore anche della nota pervenuta al protocollo del Comune, dove vi sono ulteriori affermazioni dal contenuto potenzialmente diffamatorio. Ora il Comune dice basta: ha dato incarico ad un avvocato per tutelare l'immagine del Municipio e procedere contro il leone da tastiera.

GLI ATTACCHI

Sui post nel mirino, che sarebbero ancora presenti sulle pagine social pubbliche, vige il massimo riserbo per motivi di indagine. Ma da uno sguardo sui commenti degli ultimi mesi si vede che a farla da padrone nelle discussioni della piazza virtuale è la questione autovelox, ovvero il rilevatore di velocità posizionato sulla Strada Statale 50 bis/var sulla piana di Arsié, in Zona Industriale, che ha mietuto diverse vittime. Facile che ci sia risentimento di qualche multato, soprattutto dopo che alcuni automobilisti hanno vinto in primo grado contro il Comune. Sentenze che il Municipio ha comunque puntualmente appellato. Ma quelle frasi scritte sui social devono essere andate proprio oltre per indurre il Comune ad agire per «tutelare la propria immagine». Il malcapitato rischia di dover essere chiamato a pagare danni ingenti.

LA CAUSA

Dopo la delibera di giunta con cui si era deciso di adire a vie legali, nei giorni scorsi la determina firmata dal Responsabile del Servizio Ragioneria, Mauro Plozner. Ha dato incarico all'avvocato Federico Bressan, con studio in Belluno, «di adottare tutti gli atti conseguenti a tutela dell'immagine del Comune di Arsiè, compresa la eventuale presentazione di denuncia-querela e/o la presentazione di azioni giudiziali di risarcimento del danno all'immagine del Comune di Arsiè». La procedura era stata avviata chiedendo a tre avvocati di presentare un preventivo di spesa. La scelta è caduta sull'avvocato Bressan con cui ora verrà stipulato un disciplinare d'incarico finalizzato a definire la prestazione da rendere. La spesa presunta complessiva è di 2mila500 euro. Vi sono compresi il Cna al 4%, l'Iva al 22% ed ipotesi di altre spese documentate. Al legale si chiede di valutare «il contesto complessivo della lettera e il rapporto con altre affermazioni pubblicate in rete». Solo una volta avuto conferma del carattere diffamatorio delle parole, tramite il parere dell'avvocato, si procederà alla denuncia.

LA BATTAGLIA

In ogni caso si prospetta una battaglia giudiziaria non facile. Le indagini sui social network sono sempre molto complicate. Dopo la denuncia gli inquirenti saranno chiamati a dare un volto a quei commenti con accertamenti che confermino che dietro quel nome e profilo si nasconde proprio il cittadino di Arsiè usato come identità per postare quei commenti offensivi. Indagini dovranno essere compiute anche su quella missiva, ma in questo caso è molto più semplice risalire all'autore. Più difficile invece sui social, basti ricordare il caso degli insulti al cacciatore feltrino morto: si scoprirono i profili, con relativo "Vanity url" (ovvero indirizzo) e numero "Id". Ma per proseguire negli accertamenti tecnici si rese necessario l'emanazione di un decreto dei "file di log" (ovvero i file che contengono messaggi relativi al sistema) della creazione dei profili. E Facebook dagli Stati Uniti disse no.

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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