Confine conteso "vinto" dal diplomatico veneziano: così in montagna venne eretto il leone di San Marco

Venerdì 26 Marzo 2021 di Dario Fontanive
Il leone di Venezia tra le montagne di Caprile
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ALLEGHE - Anche il Governatore del Veneto Luca Zaia nel ricordare i mille e seicento anni della fondazione di Venezia che ricorreva ieri, 25 marzo, ha ricordato quella piccola colonna di “San Marco” sormontata dal Leone alato simbolo della Serenissima che ormai da molti secoli è posta in una via laterale del paese di Caprile, in comune di Alleghe. Un simbolo che ripercorre e testimonia il legame intenso e la fedeltà che questi territori alti, seppur lontani e posti ai margini della Repubblica Serenissima e dalla stessa Venezia, hanno sempre avuto costante nei secoli. Ma oggi è facile chiedersi cosa ci faccia una colonna di San Marco, riproduzione quasi come un modellino in scala di quella che sovrasta Piazza San Marco, in una via marginale di Caprile.

LA STORIA

Bisogna partire da molto lontano: la colonna fu un omaggio che la popolazione di Caprile volle fare al patrizio veneziano Scipione Benzoni, che era stato nominato dalla “Serenissima” commissario, meglio ambasciatore, per cercare di redimere e trovare un accordo con il Vescovado di Bressanone per una disputa confinaria che ormai durava da oltre un secolo tra Caprile e Livinallongo. È lo storico Giuseppe Sorge, che nel suo libro “Caprile” ci racconta questa storia particolare, non singolare per quei tempi, ma singolare per come seppe risolverla, con grande diplomazia il diplomatico chiamato Benzoni. «La lunga controversia tra Caprile e Livinallongo si conclude - scrive Sorge - nel primo decennio del 1600 per opera del patrizio veneto Scipione Benzoni». «La controversia di confine nascondeva in effetti interessi assai complessi - prosegue -. Il capitano di Andraz affermando la propria giurisdizione sule terre di Caprile, mirava a far ricadere nell’ambito del territorio e quindi della competenza del Principe Vescovo di Bressanone le attività economiche connesse alle miniere della zona e tutte le altre attività commerciali. L’interesse di Caprile, che coincideva con quello della Repubblica Veneta, era di non accettare diminuzioni del suo territorio e di rimanere soggetta al governo della Serenissima. Oltre alla lavorazione dei metalli, Caprile era sede anche di una importante fiera che si svolgeva a novembre. Nel 1607 a cercare di dirimere la secolare controversia il Governo della Serenissima inviò a Caprile il Commissario Benzoni, diplomatico di sperimentata capacità».

LA SOLUZIONE

Scipione Benzoni fece onore alla sua fama e nel 1608 riuscì a trovare con il rappresentante del Vescovo di Bressanone una soluzione definitiva che mettesse fine a queste dispute confinarie che spesso producevano anche scontri armati tra le due parti. Superato anche l’ultimo scoglio, con la pretesa del Vescovo di Bressanone che aveva avanzato all’ultimo minuto maggiori pretese, il 27 giugno del 1609 a Caprile veniva sottoscritto e pubblicato il documento di intesa tra la Serenissima e il Vescovato di Bressanone con il titolo di “amicabilis compositio” e per questo importante accordo in onore al patrizio veneto fu eretta la colonna con il leone si San Marco che spicca ancora oggi a Caprile. «Questo monumento - scrive Giuseppe Sorge - testimonia non solo la particolare gratitudine degli abitanti di Caprile a chi aveva finalmente posto termine alla lunga contesa e ridato serenità e tranquillità alla gente, ma anche la influenza economica e la fedeltà che la popolazione di Caprile e della valle, ebbe per Venezia, simbolo di civiltà e italianità». «Sapere che già secoli fa in tutto il nostro territorio, fino ai paesi delle “terre alte”, ci si riconoscesse in Venezia - ha scritto ieri il governatore Zaia -, testimonia che l’anniversario che cade questo 25 marzo è una festa che certamente riguarda la città, ma non solo».

Dario Fontanive 

Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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