Alessio Sommacal sotto i 14 secondi nei 110 ostacoli: chi è il californiano di Belluno

Giovedì 7 Marzo 2024 di Silvano Cavallet
Alessio Sommacal con Lorenzo Simonelli

Appena 8 mesi fa si giocava il titolo italiano dei 110 ostacoli Under 23 con uno dei nuovi fenomeni dell'atletica italiana, quel Lorenzo Simonelli fresco di argento nei 60 metri ai Mondiali indoor di Glasgow. In quella gara del giugno 2023 Alessio Sommacal si prese l'argento tricolore riconoscendo la forza inarrivabile dell'avversario, ma un passo alla volta, un esame dopo l'altro (e qui il riferimento è all'università), Alessio ha rotto una barriera forse anche psicologica fondamentale per chiunque corra i 110: quella dei 14 secondi.


L'AFORISMA DI OSCAR
«Per la mia esperienza, non ci sono dubbi: con l'impegno, con la dedizione, chi riesce a scuola riesce anche nello sport.

E viceversa, naturalmente». È un aforisma che Oscar De Pellegrin (6 Olimpiadi e poi Mondiali, Europei e Tricolori) propone sempre ai ragazzi durante le sue visite alle scuole. Chissà se lo ha ascoltato dalla viva voce dell'olimpionico bellunese; in tutti i casi, lo applica. Lui è Alessio Sommacal, ostacolista nato e cresciuto nelle file dell'Athletic Club Firex (e non poteva che essere così, vista la presenza in società di nonno Ettore e di papà Mauro) che analizzava così la questione. «No, studio e sport non sono in conflitto; direi, anzi, che sono complementari. Quando c'è qualche intoppo nello studio mi fiondo al campo e vado con una serie di ripetute su varie distanze. Quando, invece, l'allenamento non fila liscio come dovrebbe, allora mi rintano in laboratorio. Insomma: i due impegni servono anche come reciproca compensazione». La sua convinzione torna alla mente adesso che, a Long Beach in California, Alessio è sceso sotto il muro dei 14 secondi nei 110 ostacoli; un tempo, questo, che rappresenta un importante discrimine per valutare la caratura di un ostacolista.


LA SCELTA
Perché la California? Semplice, terminato il liceo, Alessio ha scelto gli Stati Uniti per il suo percorso universitario, centrato sulle biotecnologie e la biologia cellulare e molecolare. Una decisione frutto della scelta operata a 14 anni. «Dopo le medie, la scelta era fra classico e scientifico. Dato che latino e greco non erano nelle mie corde, ho scelto lo scientifico, indirizzo scienze applicate, che non prevede proprio il latino. Di qui, poco alla volta, è cresciuto l'interesse per la scienza. A dire il vero avevo anche pensato a medicina ma questo avrebbe significato lasciare l'atletica e non mi pareva accettabile». Ecco, torna nuovamente la convinzione che scuola e sport non sono antagonisti ma, anzi, complementari.


IL CONTRATTEMPO
Va anche segnalato che il fresco 13"99 californiano (che gli è valso il successo e che, di passaggio, toglie ben 12 centesimi al precedente primato realizzato lo scorso anno a Espoo, in Finlandia, durante i campionati europei Under 23) è stato ottenuto nonostante un piccolo contrattempo capitatogli alla vigilia. Una caduta che gli aveva provocato qualche sbucciatura al ginocchio. Intoppo che, però, non gli ha impedito di allinearsi al via dei 400 ostacoli, dove non ha brillato particolarmente, ma lo start era fissato appena un'ora dopo la prova sui 110; e nella 4x400, prova nella quale ha portato un eccellente contributo al risultato della sua università, la California State Polytechnic Pomona.


LA DOPPIETTA
In verità, nel mondo universitario a stelle e strisce, l'abbinata tra 110 e 400 non è una rarità. «Vero. Lo scorso anno, io c'ero arrivato per non perdere tutto il tono muscolare in conseguenza di una pesante infiammazione. A dirla tutta, pensavo che fosse un'eresia per il differente approccio e la diversa cadenza dei passi. Alla prova dei fatti, invece, ho toccato con mano che curare ora l'una ora l'altra distanza permette di crescere in entrambe».


IL "VERO" TRAGUARDO
Intanto continua il corso degli studi. Anzi, il percorso è entrato in dirittura d'arrivo. Il prossimo 19 maggio, infatti, sarà protagonista del "lancio del tocco", il momento che segue la proclamazione del conseguimento della laurea. E poi? «Beh, due anni di master, sicuramente. In California o in un altro Stato, si vedrà. La finale del campionato universitario dello scorso anno, che si è svolta in Michigan, mi ha permesso di scoprire un altro mondo. Logico, d'altra parte: distano 5 ore di volo». Sempre cercando la conciliazione tra scuola e sport. «Naturalmente. Per me è sempre stato (e adesso lo è ancora di più) dirimente il livello accademico diventa, quindi, fondamentale scegliere di andare dove la ricerca è al più alto livello; dove è possibile incontrare studiosi e ricercatori di grande spessore, dove si possono allacciare relazioni importanti. Continuando a fare atletica». Come diceva Oscar? Se c'è l'impegno, si riesce egualmente bene nello studio e nello sport. Serviva una conferma? Eccola.

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