Mare bollente e caldo record con temperature fuori controllo, allarme degli esperti: «Clima verso il punto di non ritorno»

I meteorologi del Copernicus climate change service della Ue lanciano l'allarme: le temperature sono ben oltre i limiti previsti dai grandi della Terra a Parigi nel 2015

Venerdì 30 Giugno 2023 di Gianluca Cordella
Mare bollente e caldo record con temperature fuori controllo, allarme degli esperti: «Clima verso il punto di non ritorno»

Pechino ha appena vissuto il mese di giugno più caldo della propria storia. In molte aree del Nord degli Stati Uniti le temperature sono state nelle ultime settimane di dieci gradi superiori alle medie stagionali. Il tutto mentre l'India registra il più alto tasso della propria storia di mortalità legata alle ondate di calore.

Il quadro, insomma, è ben più che allarmante. Anche perché tutte questi fenomeni localizzati, aggregati, rischiano di portare al fallimento degli obiettivi di Parigi 2015. Allora i big della Terra si erano accordati per cercare di mantenere l'aumento della temperatura media a lungo termine entro 1,5 gradi. Ma, attualmente, c'è una probabilità del 66% che, entro il 2027, la media annuale possa sforare la soglia fatidica del grado e mezzo per un anno di fila. L'allarme arriva da una fonte autorevole, il Copernicus climate change service (C3S), finanziato dall'Ue.

Che sottolinea come la soglia fissata a Parigi otto anni fa sia stata già abbondantemente superata nell'emisfero settentrionale dal 1° giugno e ed è la prima volta che accade.

Allo stesso modo le temperature dei mari ad aprile e maggio hanno battuto ogni record precedente.

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Mare “bollente”

Proprio quello delle acque marine rischia di essere uno dei problemi più seri. Le temperature medie globali della superficie del mare hanno raggiunto i 21° alla fine di marzo e sono rimaste a livelli record per aprile e maggio. Secondo gli esperti nel mare del Pacifico e nell'Oceano Indiano da qui a ottobre potrebbero viaggiare sui 3 gradi in più rispetto al normale.

E' vero che questo aumento è stato dettato da un insieme di condizioni particolari: riscaldamento globale in primis, ma anche l'uso dei carburanti a basso contenuto di zolfo oltreché gli effetti di “El Nino”, il fenomeno climatico che in un periodo compreso tra 3 e 7 anni provoca ciclicamente un forte riscaldamento dell'Oceano Pacifico. «Ma, in ogni caso, l'oceano avrà una risposta molto lenta poiché accumula calore lentamente ma lo trattiene anche per molto tempo», ammonisce Annalisa Bracco, climatologa del Georgia Institute of Technology. E le temperature record dell'acqua per ora hanno prodotto migliaia di pesci morti riversati sulle spiagge texane e una strage di leoni marini e delfini in California, dovuta alle anomale fioriture delle alghe indotta dal calore.

Punto di non ritorno

L'allarme, insomma, è più che mai concreto e reale. Ma soprattutto potrebbe non essere così facile da disinnescare. Sempre secondo gli esperti mari più caldi potrebbero avere come effetto diretto una diminuzione del vento e della pioggia, creando così un circolo vizioso che porterebbe a un ulteriore aumento del calore. Un autentico punto di non ritorno. «Stiamo davvero arrivando al momento della verità... - è l'allarme di Greenpeace - Speriamo che la pura realtà ci aiuti a cambiare le mosse delle persone e a cambiare la politica».

Ultimo aggiornamento: 18:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA