È stato estratto ormai senza vita, dopo una settimana di ricerche ininterrotte, il corpo di Neha Vasava, la ragazzina di dodici anni rimasta seppellita dalla montagna di rifiuti nella discarica di Ahmedabad sabato 26 settembre.
Neha e un Anil, un bambino di sei anni, erano stati travolti dallo smottamento di una piramide di spazzatura alta trenta metri, in mezzo a Pirana, la discarica più estesa della capitale del Gujarat, dove frugavano alla ricerca di giocattoli e parti di rifiuti da vendere. Anil era stato tratto in salvo poche ore dopo, ma per la ragazzina le speranze si erano andate affievolendo col passare dei giorni. Pirana riceve 3.500 tonnellate di spazzatura al giorno: alcune centinaia di famiglie, tra cui quella della bambina, vivono in uno slum ai margini della mostruosa collina, un accampamento privo di fogne, acqua corrente ed elettricità.
Si calcola che in tutta l’India siano almeno quattro milioni i «ragpickers», le persone che sopravvivono ai margini degli insediamenti urbani grazie alla vendita di oggetti o materiali in buono stato che raccolgono, quasi sempre frugando a mani nude, nelle discariche.
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