Non c'è alcuna statistica che dimostri un aumento di morti improvvise, anzi è vero il contrario

Venerdì 25 Febbraio 2022
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Caro direttore,
le scrivo per portare all'attenzione un problema piuttosto serio: mi riferisco all'ondata di decessi improvvisi negli ultimi mesi. Morti che avvengono nel corso di attività sportive, passeggiate, durante gli impegni di lavoro e spesso durante il sonno. Bisognerebbe verificare cosa hanno in comune tutte queste persone, per stabilire un nesso di causalità con una eventuale noxa patogena. Già nel dicembre 2021 ci furono interventi in Senato per segnalare il notevole incremento delle morti improvvise, nella fascia di età 15-39, durante la seconda metà del 2021. Tale incremento sembra proseguire anche in questi primi mesi del 2022. Credo che sia un'emergenza da indagare, senza pregiudizi di sorta.


Giuseppe De Marchi
Lido di Venezia


Caro lettore, non c'è alcuna statistica che dimostri un aumento di morti improvvise.

Anzi soprattutto, per ciò che riguarda i più giovani, i centri specializzati registrano una tendenza esattamente opposta. C'è invece una corrente di pensiero no vax che vuole collegare il cosiddetto eccesso di mortalità ai vaccini. La tesi è semplice quanto insidiosa: l'incremento di decessi che si è verificato nel corso dei mesi scorsi in alcune fasce di età, in particolare tra i 25 e i 44 anni, sarebbe da attribuire alla maggiore diffusione dei vaccini. In realtà è vero il contrario. L'incremento di decessi rilevato tra i più giovani deriva proprio dal fatto che queste fasce d'età si sono vaccinate meno e più tardi e quindi, in termini percentuali, sono state più colpite dal Covid. Del resto per capire, senza pregiudizi come dice lei, quanto i vaccini abbiano inciso sul tasso di mortalità basta considerare un semplice dato: nel 2020, quando i vaccini non erano ancora somministrati, in Italia si sono registrati a causa del Covid circa 100mila morti in più rispetto al quinquennio precedente. Nel 2021 con l'introduzione dei vaccini, i morti in più sono stati circa di 60mila, cioè 40mila in meno.

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