Contro la maleducazione
bando alla tolleranza

Giovedì 8 Maggio 2014
Caro direttore,

partecipo a una Prima comunione. Duomo di Mestre. Siamo in una chiesa. I comportamenti devono essere consoni, credenti o atei. sempre e comunque un luogo sacro. Ma non cos. Signore che scambiano il sagrato per un red carpet. Gonne inguinali e tacchi da balli sul cubo. Signori coatti con maxi tablet o chiacchiere da curva sud. Bamboccioni che cazzeggiano col cellulare e genitori incapaci di prendere a sberle i suddetti fanciulli. Un signore davanti a me che per tutto il tempo ha mangiucchiato le sue unghie. Volevo chiedergli se voleva anche le mie. Maleducazione, nuovo sport nazionale. Preferisco chiese vuote che riempite da questa falsit.


Barbara Vianello

Mestre



Cara lettrice,

sottoscrivo la sua indignazione. In certe occasioni, ormai, anche le chiese si trasformano in avvilenti passerelle dove volgarit, vacua ostentazione e indifferenza al buongusto la fanno da padrone. Il luogo sacro, la celebrazione e le parole del sacerdote agli occhi di tante persone, sembrano perdere qualsiasi significato, per diventare elementi di contorno di mediocri fal delle vanit. Ed inutile chiedersi se ci accada pi per stupidit, ignoranza o maleducazione. Quasi sempre si tratta di tutte e tre le cose messe insieme. Forse qualcuno leggendo queste considerazioni, non si trover d'accordo. Perch, per esempio, ritiene che questo il mondo e occorre essere pi accondiscendenti e tolleranti, anche di fronte a certi, discutibili spettacoli. A costo di apparire un po' bacchettone e moralista, dico che non sono d'accordo. La tolleranza una grande virt, da esercitare e coltivare. Ma come il vino: se si esagera, poi fa male. E si trasforma in indifferenza.
Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 14:59

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