Renzi alla lavagna illustra la riforma della scuola: «Niente boicottaggi» Video

Mercoledì 13 Maggio 2015 di Claudio Marincola
Renzi alla lavagna illustra la riforma della scuola: «Niente boicottaggi» Video
Non solo Twitter.
Per spiegare la riforma della scuola targata partito democratico il premier Matteo Renzi è andato alla lavagna, in maniche di camicia e con i gessetti, e ha illustrato punto per punto gli articoli chiave del disegno di legge.


Più cultura, più risorse, più soldi agli insegnanti, autonomia con l'obiettivop di ridare alla scuola il ruolo che merita.







Intanto il partito democratico si prepara alla battaglia che da domani inizierà a Montecitorio. In mattinata è previsto un vertice dei parlamentari dem per stabilire la strategia da tenere in Aula e gli emendamenti da presentare. I punti critici riguardano il ruolo dei presidi, il piano assunzioni e i finanziamenti aggiuntivi che arriveranno con le donazioni del 5 x per mille. I sindacati restano però sul piede di guerra, gli autonomi minacciano il blocco degli scrutini. Alle associazioni degli studenti ricevuti a palazzo Chigi i rappresentanti del governo hanno continuato a ripetere "non fatevi strumentalizzare". Renzi stesso ha chiarito che non ci saranno presidi rambo". Le opposizioni non faranno sconti.



Potranno presentare (e lo faranno) 600 emendamenti. Il disegno di legge è collegato al Def e in casa Pd si continua a ripetere che almeno alla Camera non si metterà la fiducia. Il M5S, che non ha partecipato all'ultima parte dei lavori della commissione Cultura e neanche alle sedute decisive, ha già annunciato per la mattina di martedì 19 maggio, in contemporanea con le votazioni finali, una manifestezione in piazza Montecitorio contro il ddl distruzione. ​



"Cultura umanista": è il titolo della terza pillola del video di 18 minuti con cui il premier Matteo Renzi difende la riforma della scuola.




«Nella riforma - spiega il presidente del consiglio - chiediamo di studiare di più storia, arte, musica e lingue. Chiediamo alla scuola italiana di fare ciò che la scuola ha il dovere di realizzare, un investimento più forte non solo sugli skills, sui curricula ma sull'esigenza di educare un cittadino. Certo si può discuterne ma io penso che ci vorrebbero più ore di latino. E l'idea di tornare ad investire su materie messe in secondo piano non è in contraddizione con le materie scientifiche. Ho incontrato la scienziata Giannotti e mi ha raccontato con entusiasmo il suo passato nel liceo classico. Bisogna tornare a restituire ossigeno».



«Molti si sono arrabbiati ma non può valere il principio che nessuno mi può giudicare: se chiedi ai ragazzi di dare il meglio potrai accettare il criterio per cui tu stesso puoi essere valutato», continua Renzi nel suo videomessaggio. «Possiamo discutere sui poteri del preside, sarà un nucleo di valutazione a decidere ma il merito non è parolaccia ed il principio di fondo è dare più soldi a chi li merita».



«Nella Buona Scuola non ci sono i presidi-Rambo, i presidi-Rambo esistono solo al cinema, non è vero che il preside può assumere l'amico dell'amico e non è vero che c'è il licenziamento dopo 36 mesi. Sono assolute falsità». Con un «No» cerchiato, Matteo Renzi smentisce, nel video sulla riforma, sulla lavagna anche alcuni punti contestati che «non sono nella riforma».



«L'idea di fondo» della riforma della scuola «è l'autonomia, una parola, un po' abusata, che risale ai tempi della riforma Berlinguer. Autonomia vuol dire che la scuola di Milano centro avrà caratteristiche diverse da quella di Mazara del Vallo. Autonomia significa levare, togliere, eliminare il potere alle circolari ministeriali che in stretto burocratese decidono il futuro dei ragazzi e chiedere alle scuole di aprirsi al territorio e alle realtà culturali».



Nella riforma «non si parla di ferie per gli studenti, non si parla di vacanza. Questo è uno degli argomenti che i ragazzi mi contestano sui social network: 'tu stai distruggendo i nostri giorni di vacanza'. No, non se ne parla».



«Oggi pomeriggio firmerò la circolare ai ministri dell'Economia, delle Infrastrutture e della Scuola che porta oltre 4 miliardi di euro di nuovi investimenti per l'edilizia scolastica».



«La scuola non è mia, non è del governo, non è dei sindacati, non è degli addetti ai lavori», ha poi precisato Renzi. «La scuola è il luogo nel quale riparte la crescita del Paese. Ecco perchè - sottolinea - ci vuole l'autonomia» degli istituti scolastici.



«Non possiamo avere un'azione educativa spezzettata tra supplenti, controsupplenti, supplentite varia e dintorni... Ecco perchè il governo sceglie di assumere solo quest'anno più di centomila persone che avevano acquisito il diritto ad essere assunte e con le quali lo Stato non aveva mantenuto la parola». «Continuità - spiega ancora - significa che assumendo più persone la scuola italiana funzionerà con una stabilità educativa e non con un meccanismo in cui si forma una generazione di precari frustrata perchè anzichè seguire il fuoco sacro dell'insegnamento è destinata a perdere le proprie ore dietro le trafile burocratiche delle graduatorie».
Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 13:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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