Renzi: ha fatto più Marchionne per i lavoratori di certi sindacalisti

Sabato 2 Aprile 2016
Renzi: ha fatto più Marchionne per i lavoratori di certi sindacalisti
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«Ha fatto più Marchionne...

hanno fatto più alcuni imprenditori per i lavoratori che certi sindacalisti». Lo ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo alla scuola di formazione politica del Pd. «A chi ci attacca su ciò che è prezioso per noi, la nostra comunità, dobbiamo essere pronti a replicare punto su punto», ha poi sottolineato il premier rispondendo in particolare agli attacchi di Beppe Grillo, contro cui ha annunciato anche una querela. 

Marchionne. «Io difendo Marchionne - ha detto il premier -. La Chrysler era finita. Obama ci ha messo i soldi, Marchionne li ha presi, ha rimesso in moto la Chrysler, oggi le jeep vengono fatte in Basilicata, è una cosa che mi fa impazzire». «Per me è di sinistra chi crea lavoro, non sto dicendo il 'compagno Marchionne' - ha aggiunto - ma il punto chiave è che se tu vuoi un Paese in cui ci siano fabbriche, devi avere imprennditori che ci credono, atteggiamento questo che la sinistra per molto tempo ha respinto».

Trivelle. «Il rischio è sprecare energia, è la cosa più sbagliata. Si può discutere di non fare più impianti ma dove ci sono impianti io credo che sia giusto continuare a tenerli in funzione», ha poi sottolineato Renzi, aggiungendo che sul fronte energetico «l'Italia è leader nel mondo». Quanto al peso delle energie rinnovabili, «dal 33 per cento si può portare - ha detto Renzi - un po' più su, lo faremo ma non in modo tale da sostituire gas e petrolio, dato per scontato che noi il nucleare non lo abbiamo e il carbone è il nostro nemico ed infatti Enel ha chiuso 3 centrali a carbone senza licenziare nessuno». Rivolgendosi agli studenti, Renzi li ha invitati a studiare, «a non credere alle frasi fatte». 

Governo. «La disponibilità immediata di Guidi ad un passo indietro ha gettato nel panico le varie opposizioni che a quel punto non sapendo che fare hanno iniziato ad urlare ancora più forte chiedendo le dimissioni dell'intero governo, responsabile non si sa bene di cosa. E presentando l'ennesima mozione di sfiducia. Andremo in Parlamento, spero prima possibile. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta», scrive Renzi nella sua Enews pubblicata su Facebook, sull'inchiesta petrolio.

Opposizione. «Le opposizioni sanno perfettamente che l'unico modo per molti di loro di restare aggrappati ad una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale con le preferenze molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche», sostiene Renzi sottolineando che la nuova mozione di sfiducia al governo sarà bocciata.

Grillo. Il governo ha pazienza ma il Pd non può accettare passivo le calunnie di un «pregiudicato», come Beppe Grillo, afferma ancora Renzi spiegando perché il partito ha deciso di querelare il leader del M5S. «Ho detto che noi del governo - dice il segretario dem - non raccogliamo le loro polemiche. Ma il Pd invece ha il dovere di reagire. Io credo nella polemica politica e penso che sia giusto che ognuno dica la sua, in piena libertà». «Ma esiste un limite e quel limite lo traccia il codice penale. Per questo il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penali - a differenza nostra - è abituato. Perché lo ha fatto? Perché Grillo non si è limitato alle polemiche, anche dure. Ha detto che su questa vicenda il Pd "è colluso e complice. Tutti con le mani sporche di petrolio e di soldi"». «Sono parole pesanti come pietre: colluso, complice, mani sporche di denaro. Ora io conosco la comunità delle donne e degli uomini del Pd. Sono persone per bene, volontari con passione politica, gente che tiene i circoli aperti, organizza i tavolini nelle piazze, fa i tortellini alla Festa dell'Unità».

«Noi non siamo una S.p.a., con un simbolo che appartiene a un commercialista o a nostro nipote, non scegliamo su simpatie o antipatie, ma siamo un partito, una comunità e abbiamo il dovere di difendere i militanti del nostro partito», ha poi aggiunto Renzi alla scuola di formazione politica del Pd.

La querela. Fonti del Partito Democratico in serata hanno poi reso noto che lunedì rappresentanti del Pd saranno a Massa Carrara per denunciare Di Maio per le accuse di oggi e a Milano per denunciare Grillo per quanto scritto sul suo blog contro i democratici.

Occupazione. «Escono i dati dell'Istat sul lavoro e rispetto al mese precedente c'è un meno 0,2 sulla disoccupazione che passa da 11,5 a 11,7, e un più 0,1 sulla disoccupazione giovanile. Davanti a queste stime non si può che prendere atto di una sostanziale parità. I numeri sono chiari e dimostrano che la situazione occupazionale in due anni è migliorata». Così ancora Renzi nella sua Enews, aggiungendo che «i gufi non sono quelli che parlano male del governo ma quelli che pur di parlare male di noi sperano che l'Italia vada male». 

Austerity. «In Ue la direzione della politica economica è sbagliata. Prima nessuno in Italia l'ha detto con questa forza, l'Italia era sotto schiaffo. Ma se non capiamo che l'Ue ha bisogno dell'Italia avremo gli stessi identici, clamorosi errori dell'Ue come quelli in politica economica. Se c'è solo austerity l'Ue smette di crescere e aumentano le disuguaglianze», ha affermato Renzi alla scuola di politica del Pd, aggiungendo che «noi portiamo queste tematiche dentro il Pse che in questi anni si è preso un pò di riposo su questi temi mentre il Pse deve tonare ad essere la casa di questi temi».


Chrysler. Il salvataggio della Chrysler è stata «la scommessa industriale di Obama più riuscita» mentre «due anni fa eravamo soli a sostenere il progetto italiano di Marchionne», ha spiegato ancora Renzi nella eNews in cui racconta della missione di 4 giorni negli Usa, durante la quale ha incontrato a cena anche lil capo di Fiat-Chrysler: «Oggi i numeri parlano per lui: se la Basilicata produce le Jeep per il mercato americano è merito suo, che ci ha creduto quando tutto il pensiero dominante in Italia sapeva solo criticare. Ricordate quando nei talk show chi lo difendeva prendeva fischi su fischi e gli applausi erano tutti per i sindacalisti anti Marchionne? Guardate i dati della produzione di auto in Italia anche a marzo. Fate il conto dei posti di lavoro. E domandiamoci se - conclude - per quelle che La Pira chiamava "le attese della povera gente" sia più utile creare lavoro o lanciare solo slogan demagogici».

Sacconi. Sul punto arriva la replica del presidente della Commissione lavoro del Senato e ministro del Lavoro del governo Berlusconi Maurizio Sacconi: «Sono costretto a correggere il Presidente Renzi a proposito di coloro che sostennero il piano Marchionne e i sindacati riformisti che lo avevano condiviso. Sei anni fa il governo si schierò per la nuova Pomigliano prima e la nuova Mirafiori poi avendo contro tutto il Pd ma per fortuna il favore dei lavoratori attraverso i referendum. Quello fu uno dei momenti in cui la buona politica ha scommesso sul cambiamento mentre la vecchia politica remava contro ed altri stavano sotto il tavolo ad aspettare di vedere chi avrebbe vinto».



 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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