Città del Vaticano – I bambini abusati, violentati, molestati sono bambini «condannati a morte».
Papa Francesco contro il gossip in Vaticano: «C'è gente laureata in chiacchiericcio»
«Se l’abuso è un atto di tradimento della fiducia, che condanna a morte chi lo subisce e genera crepe profonde nel contesto in cui avviene, la prevenzione dev’essere un percorso permanente di promozione di una sempre rinnovata e certa affidabilità verso la vita e il futuro, su cui i minori devono poter contare. E questo noi, come adulti, siamo chiamati a garantire loro, riscoprendo la vocazione di “artigiani dell’educare” e sforzandoci di esservi fedeli. Ciò significa favorire l’espressione dei talenti di coloro che accompagniamo; rispettarne i tempi, la libertà e la dignità; contrastare con ogni mezzo le tentazioni del sedurre e dell’indurre, che solo in apparenza possono facilitare le relazioni con le giovani generazioni» dice il Papa, incoraggiando la lotta alla pedofilia.
Un capitolo a parte, secondo il pontefice, merita anche la prevenzione fatta direttamente sui ragazzi, insegnando loro a capire e individuare i segnali di potenziale pericolo davanti ad adulti, educatori, allenatori, preti pedofili. «Il contributo dei giovani, poi, sarà prezioso nel riconoscere le situazioni a rischio e nel richiamare con coraggio tutta la comunità alla sua responsabilità nella salvaguardia dei minori, a rivedere il modo di relazionarsi con le giovani generazioni, perché si torni ad assicurare loro la bellezza di incontrarsi, dialogare, giocare e sognare».
Infine il messaggio contiene anche un appello alle tante realtà della Chiesa che sono a stretto contatto con l'infanzia e l'adolescenza. «Come associazioni laicali vi esorto a perseverare in questa azione di formazione alla corresponsabilità, al dialogo e alla trasparenza. La tutela dei minori sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa; sia promozione di un servizio aperto, affidabile e autorevole, in contrasto fermo ad ogni forma di dominio, di sfregio dell’intimità e di silenzio complice».