Migranti, nel piano Ue procedure rapide per rispedire a casa i clandestini

Domenica 14 Giugno 2015 di Claudia Guasco
Migranti, nel piano Ue procedure rapide per rispedire a casa i clandestini
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Nove pagine di documento e un punto lasciato in bianco. E' il paragrafo 1 del capitolo dedicato all'immigrazione, titolo: «Relocation/Resettlement», ovvero redistribuzione e reinserimento. Su questo tema si gioca il confronto europeo sui 40 mila migranti sbarcati sulle coste italiane e greche, che i Ventotto devono accogliere in base a principi sui quali si sta battagliando a Bruxelles. In vista del Consiglio del 25 e 26 giugno, la Commissione ha licenziato una bozza del piano sull'immigrazione, che fornisce però solo la cornice di un quadro ancora da definire.







VOLONTARIETA' O OBBLIGO

Come si evince dalla prima versione ufficiale, il lavoro di diplomazia fatica sulla parte più controversa dell'agenda: la sistemazione all'interno della Ue dei migranti giunti sulle coste di Italia e Grecia. Sul destino dei 24 mila siriani ed eritrei arrivati nel nostro Paese e i 16 mila approdati sulle spiagge elleniche si attende l'esito della discussione al consiglio Affari interni di martedì a Lussemburgo, da cui potrebbero emergere proposte alternative a quella della Commissione. Il nodo centrale è il parametro di distribuzione: deve essere su base volontaria o rispettare parametri di obbligatorietà? Il presidente della Ue Jean-Claude Juncker preme per la ripartizione obbligatoria, alla quale però si oppongono i Paesi baltici e quelli del blocco dell'Est, oltre a Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca che tuttavia, potendo astenersi, non voteranno al Consiglio dei ministri dell'Interno dove è prevista una maggioranza qualificata. Altri Paesi come Francia e Spagna, invece, insistono affinché siano ridiscussi i criteri con cui vengono stabilite le quote di accoglienza dei migranti, dal Pil all'occupazione. In più i francesi premono affinché l'Italia tenga entro i propri confini, senza libertà di circolazione, i richiedenti asilo in attesa della conclusione della pratica. Una posizione alla quale il Viminale si oppone fermamente. Molte cancellerie, compresa Berlino, sono al lavoro per trovare formule più morbide rispetto alla netta obbligatorietà proposta dall'esecutivo Juncker, con i capi di Stato e di governo che non vogliono dare la sensazione all'elettorato nazionale di essere pronti a subire nuovi diktat di Bruxelles. Secondo le ultime indicazioni, una dozzina di Paesi sarebbe pronta a contrastare la proposta della Commissione e la discussione - ammettono da Bruxelles - è ancora complessa.



RIENTRI RAPIDI

E un altro spazio vuoto all'interno del documento riguarda la parte del 20 mila reinserimenti di coloro che provengono dai campi profughi di Paesi terzi: la Commissione Ue ha previsto lo stanziamento di 50 milioni di euro per 20 mila persone da ripartire in Europa, in base a percentuali determinate ma non obbligatorie. Ora la palla passa al Gai (consiglio di Giustizia e Affari interni) che si riunisce il 16 giugno e al Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) del 18 giugno, che preparerà il terreno per la nuova bozza per il Consiglio. Se la strada dell'accoglienza procede in salita, il tema dei rimpatri dei migranti economici procede spedito. Nel testo si prevede «la mobilitazione di tutti gli strumenti per promuovere le riammissioni dei migranti economici illegali nei Paesi di origine e transito», la direzione imboccata è quella di accettare le proposte contenute in una lettera che il commissario Dimitris Avramopoulos ha spedito ai Ventotto. In particolare, «la Commissione assicurerà che gli impegni di rimpatrio della convenzione di Cotonou siano attuati efficacemente al più presto; i negoziati in corso sugli accordi di rimpatrio saranno accelerati e nuovi negoziati lanciati con i Paesi terzi più rilevanti». I capi di Stato e di governo vogliono un maggiore impegno su chi non ha diritto alla protezione internazionale: «Politiche efficaci di rientro per coloro che non sono qualificati per la protezione sono una parte essenziale della lotta all'immigrazione irregolare e aiuteranno a scoraggiare le persone dal mettere a rischio le proprie vite», si legge nella bozza. Ironia della sorte, nell'anniversario dei trent'anni di Schengen - il trattato sulla libera circolazione - Francia e Germania blindano le frontiere e offrono solidarietà «a patto che ci sia responsabilità» da parte di Italia e Grecia su fotosegnalazioni, raccolta delle impronte, lotta ai trafficanti, efficienza nella politica dei rimpatri. Come recita la bozza: l'Europa «ha bisogno di un approccio equilibrato e geograficamente completo» alla questione dell'immigrazione, «basato sulla solidarietà e la responsabilità».

Ultimo aggiornamento: 09:44
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