Il decreto Willy: Daspo fino a 6 anniper le risse fuori dai locali

Lunedì 5 Ottobre 2020
I fratelli Gabriele e Marco Bianchi in carcere per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte
ROMA Una norma pensata per evitare che un omicidio come quello di Willy Monteiro Duarte a Colleferro possa avvenire ancora. E a poco meno di un mese da quel massacro, consumato davanti al pub Duedipicche da quattro giovani accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, il ministro Alfonso Bonafede e la ministra Luciana Lamorgese sono passati al contrattacco con una norma contro la movida violenta, un deterrente per gli ultrà di risse e pestaggi da inserire nel dl sicurezza proprio in seguito «alla recrudescenza di fenomeni criminosi».
LE SANZIONI
L'obiettivo della norma Willy è quello di punire più severamente chi ricorre alla violenza dentro o fuori dai locali come discoteche e pub: in campo si schiera lo strumento preventivo del Daspo con il quale i questori avranno mano libera per interdire l'accesso a singoli locali - o a tutti i locali di una intera provincia nel caso di fermo convalidato - a chi negli ultimi tre anni è stato denunciato o condannato anche in via non definitiva in quanto «in occasione di disordini» da movida ha «commesso reati» dai quali poteva derivare «un pericolo per la sicurezza». La stretta prevede un aumento consistente delle sanzioni: per una rissa con un ferito o con un morto, la multa sale da 309 a 2000 euro e la reclusione passa da un minimo di sei mesi a un massimo di sei anni (ora va da tre mesi a cinque anni) solo per il reato di aver partecipato all'esplosione di violenza. In caso di violazione del Daspo, è previsto il carcere fino a due anni e la multa fino a 20 mila euro.
La norma colpisce anche i pusher che si aggirano tra i locali notturni: i questori potranno emettere il provvedimento interdittivo senza bisogno di aspettare la conferma della condanna per spaccio in appello, come avveniva finora. Pure gli spacciatori, come i violenti, potranno essere tenuti alla larga dai locali se nel corso degli ultimi tre anni sono stati denunciati o condannati anche solo in primo grado. E un altro articolo del dl dispone la creazione di un elenco di siti web usati per lo spaccio cui deve essere inibito l'accesso dai fornitori di connettività a internet: le violazioni sono sanzionate con multe da 50 mila a 250 mila euro.
La notizia dell'inasprimento delle pene, però, non è stata accolta con troppa soddisfazione dalla famiglia del ragazzo ucciso. «Vogliono una pena certa e giustizia - ha commentato l'avvocato Domenico Marzi che li assiste -. Come avvocato non credo che legiferare in emergenza sia la cosa più saggia. Già adesso ci sono norme severe ma bisogna far sì che le pene siano espiate e abbiano funzione educativa. Bisognerebbe valutare perché episodi del genere si verificano e a chi sono ascrivibili - prosegue il legale - occorrerebbe una maggiore vigilanza a esempio nelle palestre e nelle scuole, magari allungando la permanenza anche pomeridiana». Per Domenico Alfieri, sindaco di Paliano il paese del frusinate dove abitava Willy, «la norma è positiva, ma da sola non basta: bisogna capire anche quali siano le cause del disagio sociale, se non ragioniamo sulle cause e avviamo una sensibilizzazione diventa tutto inutile».
«PENE CERTE»
E ancora Pierluigi Sanna, sindaco di Colleferro: «Condivido questo inasprimento delle pene, ma le pene devono essere certe, deve essere certo che vengano scontate. Per poter intervenire, noi sindaci, dobbiamo avere gli strumenti. Devono esserci più forze dell'ordine nei nostri territori». Il primo cittadino ha poi raccontato: «Stamattina ho incontrato la famiglia di Willy, non cercano vendetta, ma giustizia. Chiedono che il processo avvenga nel modo celere e che i colpevoli rimangano in carcere».
Per i quattro arrestati (i fratelli Bianchi, Pincarelli e Belleggia) che rischiano l'ergastolo potrebbe essere chiesto il giudizio immediato, escluso che possano accedere al rito abbreviato, con lo sconto di pena, per effetto della riforma varata nell'aprile del 2019 dopo che fatti di grave allarme sociale erano stati puniti con pene ridotte.
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 08:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci