Costa Concordia, Schettino malato assiste all'udienza: oggi le conclusioni della difesa

Lunedì 9 Febbraio 2015
Costa Concordia, Schettino malato assiste all'udienza: oggi le conclusioni della difesa
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Malato ma presente in aula Francesco Schettino alla 69esima udienza del processo di Grosseto per il naufragio della Costa Concordia.

Il suo difensore Domenico Pepe prima di proseguire l'arringa della difesa dopo le udienze di giovedì e

venerdì scorso ha consegnato ai giudici un certificato medico. Schettino, che è anche stato visitato dalla guardia medica di Grosseto, ha acconsentito alla

prosecuzione del processo e ha preso posto accanto ai suoi legali dove opera sui computer.



Oggi si concluderà la discussione della difesa: il difensore ha protestato con i giudici perchè la procura venerdì scorso ha depositato in cancelleria una memoria di 400 pagine parlando di «abuso processuale» per il poco tempo a disposizione per studiarle. Ma il presidente del collegio Giovanni

Puliatti ha ricordato che si tratta della requisitoria dei pm, già ascoltata in aula e che pertanto non si pone il problema di assegnare del tempo ulteriore per

leggerle.



L'arringa

Nessun ritardo, secondo l'avvocato difensore, nel dare l'ordine di abbandono della nave. «Il comandante Schettino ha avuto 45 minuti, in mezzo a tante avversità, per decidere della vita di oltre 4.000 persone, per salvare loro la vita - ha spiegato il legale - Se avesse dato subito l'abbandono nave sarebbero morte 4.000 persone».



Il disastro, secondo l'arringa della difesa, sarebbe in parte da imputare alle "scarse capacità" del resto dell'equipaggio. «Schettino decise tutto da solo. Non aveva un comandante in seconda, i suoi ufficiali lo lasciarono solo e se ne andarono - ha aggiunto Pepe - L'equipaggio faceva pena sotto il profilo delle capacità professionali. Fu Schettino - ha continuato il legale - a consolare il cartografo che tremava, dicendogli di stare tranquillo perchè la nave stava andando a fermarsi contro gli scogli. Gli altri se ne erano andati, c'è chi non rispettò i compiti assegnati in emergenza dal ruolo di appello».



«Il comandante Francesco Schettino è una persona perbene», che «lavora in mare da quando aveva 14 anni» e quando il pm Pizza lo definì «idiota, lo offese», inoltre «ha subito una pressione mediatica contro», ha precisato l'avvocato, e dopo 48 ore dall'incidente ha confessato tutto» nell' interrogatorio al gip «anche colpe che non erano sue».



Ci sono state «frasi da gossip su questa vicenda, sui giornali, ma anche da parte dei pm» nella loro requisitoria. «Un gossip schifoso sulla moldava Domnica Cemortan. Si potrebbe capire se il comandante Schettino fosse stato abbracciato a lei quando c'è stato l'urto. Invece la moldava era fuori dalla porta».



Grossi interessi in ballo nel processo secondo l'avvocato difensore: «La dichiarazione dell'ad di Costa Crociere, Michael Thamm, di spostare da Genova ad Amburgo alcuni settori della società è una chiara interferenza in questo processo. Ci sono troppi

grossi interessi in ballo, si sta parlando di miliardi di dollari». Thamm, a giustificazione della delocalizzazione in Germania di alcuni dipartimenti della compagnia storicamente a Genova, fra cui quello sulla sicurezza in mare, usò come argomento le carenze manifestatesi proprio in occasione del naufragio della Costa Concordia al Giglio e riferendosi a Schettino parlò di cultura da estirpare.



«Non si sa se questa di Thamm è stata una minaccia o una promessa - ha detto Pepe - però» in questo modo «la colpa diventa solo di Schettino ma non di

Costa» cioè «si vuole attribuire a Schettino ogni colpa, ma non a Costa. Tutto va bene pur di distrarre l'attenzione dai fatti e additare Schettino come

colpevole».
Schettino è imputato nel processo, ma Costa Crociere è responsabile civile e le parti civili lamentano richieste di risarcimento.
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 13:47

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