Oggi la Giornata mondiale contro l'Aids. I giovani italiani ignorano rischi e prevenzione

Lunedì 1 Dicembre 2014 di Lorena Loiacono
Oggi la Giornata mondiale contro l'Aids. I giovani italiani ignorano rischi e prevenzione
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ROMA - Quasi 4000 persone, ogni anno, contraggono il virus dell'Hiv. Per l'esattezza 3800, nel 2012. Ed è così che oggi, per la Giornata mondiale contro l'Aids, si torna a parlare di allarme.



Un sos, riportato da Cesvi/Cooperazione e sviluppo onlus, che svela anche la prima causa di contagio: i rapporti sessuali non protetti, nell'80,7% dei casi. La prevenzione che fine ha fatto? Semplice, è stata messa da parte: un'indagine Doxa del 2013 rivela infatti che solo il 35% dei ragazzi in un'età compresa tra i 16 e i 34 anni usa il preservativo. Una sorta di roulette russa.



E allora è tra i giovanissimi che bisogna intervenire. Skuola.net, sito per studenti, ha chiesto ai ragazzi quanto ne sanno di Aids e, su un campione di 4000 intervistati, emerge che 9 su 10 sanno che il virus si contrae anche attraverso rapporti non protetti, ma 1 su 3 non prende precauzioni. Vale a dire che il 16% rifiuta il preservativo e un altro 16% lo usa solo per gli incontri occasionali. I giovani, quindi, hanno abbassato la guardia. Altra nota dolente, nell'ambito della prevenzione, riguarda il test dell'Hiv: due su 3 sanno che l'esame è anonimo e gratuito. Resta però ancora un'elevata percentuale di coloro che non sanno come comportarsi: il 5% crede che il test sia riservato ai maggiorenni e il 9% che non sia anonimo. E c'è un 16% che pensa addirittura di doversi sottoporre al test in presenza dei genitori.



Da qui la pericolosa mancanza di adesione ai controlli oltre al fatto che oltre il 24% degli intervistati, un ragazzo su 4, crede che dall'Aids si possa guarire. E non è l'unica convinzione da sfatare: il 6% dei ragazzi crede di poter evitare una gravidanza facendo sesso in piedi, il 7% lavandosi con la Coca Cola. Poca informazione, decisamente confusa: il 72% degli intervistati da Skuola.net non ha mai parlato di educazione sessuale in classe, solo il 10% ha seguito dei corsi appositi ma, in un caso su due, erano “ripetitivi e poco interessanti”.
Ultimo aggiornamento: 21:30

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