Sicurezza, Toninelli: «I Comuni ribelli sbagliano, siano gli altri ad aprire i loro porti. Pedaggi, in arrivo nuovi stop»

Venerdì 4 Gennaio 2019 di Umberto Mancini
Sicurezza, Toninelli: «I Comuni ribelli sbagliano, siano gli altri ad aprire i loro porti»
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Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, grazie al suo intervento, c’è stata una sterilizzazione degli aumenti tariffari sul 90% delle rete autostradale. Un blocco a tempo che prelude ad una ridefinizione del quadro regolatorio complessivo. Come vi muoverete? 
«È un primo risultato di cui vado molto fiero e che segna un riequilibrio degli interessi in gioco in favore dei cittadini. Il quadro regolatorio è già cambiato e lo si vedrà quando partiranno i nuovi piani economici quinquennali con i concessionari. Quindi i prossimi anni saranno ricchi di sconti per gli utenti della strada. Ma mi consente una chiosa?».

Dica, anche se molti pensano che il blocco dei rincari dei pedaggi fino a maggio, sia una mossa dal sapore elettorale.
«Questa è tutt’altro che un’operazione elettoralistica, come qualcuno ha insinuato. È dall’inizio del mandato, non da ora, che lavoro per rimettere la cosa pubblica al centro della gestione di importanti infrastrutture quali le autostrade. E non solo di quelle».

Torniamo alle regole. Partirete dalle convenzioni scadute?
«Intanto con il decreto Genova abbiamo già esteso le competenze dell’Autorità di regolazione dei trasporti, l’Art, anche alle convenzioni in essere. Per quanto riguarda i rapporti con i concessionari, è chiaro che si parte dai contratti e dai piani finanziari scaduti».

Quale sarà il nuovo parametro di riferimento per calcolare l’aumento delle tariffe?
«È un price cap rivisto. In sostanza c’è lo stop ai rincari basati su investimenti presunti, ma si terrà conto degli interventi effettivamente realizzati, dell’efficienza e della produttività reale del gestore. Con meccanismi di contenimento automatici degli extraricavi».

Ma chi farà i controlli sulla reale applicazione del piano d’investimento delle concessionarie?
«L’Autorità di regolazione, l’Art, avrà un ruolo importante, in più abbiamo creato, sempre nel decreto Genova, un’Agenzia dedicata proprio ai controlli sulla sicurezza delle infrastrutture in concessione. Penso che sia il miglior segnale che lo Stato potesse dare dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova».

In passato sono stati compiuti tanti errori su questo fronte...
«Lei parla di errori. Secondo me, e non lo dico solo io, c’erano legami incestuosi tra partiti e concessionari. E una certa sudditanza del decisore politico nei confronti dei signori del casello».

Tra sei mesi comunque scatteranno gli adeguamenti sia sulla rete di Autostrade per l’Italia che su altre tratte o pensate di poter negoziare e rivedere ancora i meccanismi che portano alla costruzione della tariffa?
«Metteremo lo stesso impegno e tenacia che ci hanno permesso di ottenere sei mesi di stop ai rincari sul 90% della rete autostradale. Quindi non escludo altre sorprese positive per i cittadini. Senza dimenticare che per i piani economici scaduti valgono le nuove regole introdotte nel decreto Genova».

E su A24 e A25 cosa farete? Perché Anas ha puntato i piedi e cosa accadrà sul fronte aumenti tra due mesi, quando scadrà la moratoria?
«Anas ha fatto la sua parte offrendo al concessionario di posticipare di 10 anni il pagamento di due rate da 112 milioni di euro complessivi, rate che avrebbe dovuto pagare subito. Il tasso di interesse era previsto per contratto, quindi il concessionario non poteva pretendere che si abbassasse. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Per questo abbiamo imposto per decreto interministeriale il blocco degli aumenti per sei mesi. Nel frattempo lavoriamo al nuovo Pef, il piano per gli investimenti, scaduto da cinque anni».

Lei vuole instaurare comunque un clima di collaborazione con le concessionarie. Autostrade per l’Italia ha dato segnali importanti, Toto anche. Si aspetta un clima costruttivo, a vantaggio degli utenti, o crede che alla fine prevarranno le polemiche visto che si vanno a toccare contratti già definiti da anni?
«Per quanto riguarda Aspi, ci tengo a precisare che va nettamente distinto il confronto sulle tariffe con il tema della procedura di caducazione della convenzione, tema sul quale il governo sta andando avanti senza alcun cambio di atteggiamento».

Ministro, proprio in queste ore si è riaperta la polemica tra alcuni sindaci e il governo sulla gestione dei porti e sul decreto sicurezza di Salvini, lei che ne pensa, da che parte sta visto che il suo dicastero si occupa, tra l’altro, proprio di porti?
«Lo abbiamo sempre detto: chi arriva in Italia arriva in Europa. Non si tratta di chiudere i nostri porti, ma di aprire quelli degli altri. Migliaia di sindaci pensano a lavorare per il bene dei loro cittadini, mentre qualcuno, chiaramente in difficoltà di consensi, cerca invece visibilità per fare un pò di campagna elettorale. Quel decreto è stato controfirmato dal Capo dello Stato che tutti noi, ripeto tutti, abbiamo elogiato fino a poche ore fa per la saggezza e l’equilibrio del messaggio di fine anno».

Ultima domanda: quando arriveranno le risposte della commissione tecnica sulla Tav. 
«Mi sono stancato di parlare di Tav come dell’unica grande opera utile al Paese. Chi cerca di farlo credere sono Pd e Fi, e ho detto tutto. Tra pochissimo avremo il preliminare dell’analisi costi benefici e capiremo se conviene o meno farla. Sempre e solo guardando all’interesse collettivo e non più, come prima, al tornaconto di pochi».
 
Ultimo aggiornamento: 13:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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