Casini: «Io, democristiano doc e questa politica malata». In Veneto per l'ultimo libro

Il senatore ex ministro: «L'autonomia? Non deve togliere al parlamento la sua centralità»

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Alda Vanzan
Casini: «Io, democristiano doc e questa politica malata». In Veneto per l'ultimo libro
VENEZIA - "L'ultimo democristiano" arriva in Veneto per raccontare com'era, una volta, la politica, ma anche per parlare di attualità, dalla politica estera all'autonomia differenziata. Domani sera - 24 febbraio - a Verona (ore 20.45, Sala civica Barbarani, San Bonifacio) e sabato mattina a Padova (ore 11, Caffè Pedrocchi), Pier Ferdinando Casini, senatore, già presidente della Camera, presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama e poi candidato alla presidenza della Repubblica, ma soprattutto democristiano doc - appunto, "l'ultimo democristiano" - presenterà il suo libro "C'era una volta la politica" (Piemme).

IL TERRITORIO
Pier Ferdinando Casini è in Parlamento dal 1983, riconfermato nelle successive dieci legislature. Dopo la dissoluzione nel 1994 della Dc, è stato tra i fondatori del Centro Cristiano Democratico che si era schierato con la coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi. Nel 2008 la rottura. Lo scorso settembre la rielezione a Bologna con il centrosinistra. Nel libro, tra i tanti ricordi, quello del leader della Dc veneta, Toni Bisaglia, con gli insegnamenti a restare attaccati al proprio territorio. «Purtroppo è la grande questione ed è anche una delle cause della malattia della politica - dice Casini alla vigilia del suo mini tour in Veneto -. Oggi non si ricorda più nessuno del territorio e questa cosa è deleteria: poiché non esistono più partiti, non esiste più la selezione territoriale, i parlamentari - salvo alcune lodevoli eccezioni - sono "senza patria", la maggioranza è espressa per l'amicizia con il leader non perché espressione del territorio». E il monito sulle bugie, il vietato mentire? «È un tema di fondo perché quando un cittadino vota un uomo politico gli affida un pezzo della sua vita. Io ho conosciuto tanti bugiardi, però hanno avuto vita breve. Nomi? Nel mio libro ho evitato di dare pagelle, quelle le danno solo gli elettori che, nonostante quello che dice il mio amico Calenda, hanno sempre ragione, anche quando sbagliano».
LA GAVETTA
Nel libro Casini racconta che una volta, per arrivare a ricoprire cariche pubbliche importanti, serviva un lungo cammino nelle retrovie, una crescita, uno studio. «Contavano la serietà e la competenza. Uno degli errori più grandi della Prima Repubblica è il non aver saputo creare una classe dirigente in grado di sostituirla. E il risultato è stato lo sradicamento di un intero sistema, un graduale svuotamento del senso più vero della politica, un progressivo accantonamento della centralità del Parlamento». Ed è a questo proposito che "l'ultimo democristiano", il parlamentare italiano con la più lunga esperienza, contesta la riforma portata in Consiglio dei ministri dal leghista Roberto Calderoli. «I nuovi progetti di autonomia differenziata prevedono per Camera e Senato il ruolo di passacarte, con una funzione puramente consultiva, come se si fossero sostanzialmente trasformati in una sorte di Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro».
LA RIFORMA
Ma è favorevole o no all'autonomia? «In questi anni siamo andati avanti sul tema del regionalismo per slogan e abbiamo fatto tutti un sacco di errori, penso a quelli del centrosinistra sul titolo V della Costituzione - dice Casini -. Serve un quadro preciso, anche normativo, entro cui si muovono i provvedimenti del Governo. È assurdo che il Parlamento non abbia voce in capitolo: il percorso delle autonomie richiede una soggettualità del Parlamento che oggi non è prevista e che non può esprimersi con un voto consultivo, sarebbe una presa in giro. Dopodiché sulle tecnicalità lascio agli esperti il parere, personalmente sono abbastanza freddo. Ho però la sensazione che si stia andando a creare problemi dove non ci sono, come con il presidenzialismo: l'unico meccanismo che ha funzionato bene in Italia è il presidente della Repubblica e lo vogliamo mettere nello scontro politico? Non esiste».
Alda Vanzan
Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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