Un vuoto enorme. Che neanche i sondaggi più meticolosi riuscirebbero oggi a misurare. La morte di Silvio Berlusconi apre un varco nella politica italiana. Né a destra né a sinistra, ma al centro, dove ora si apre la corsa per raccogliere l'eredità del Cavaliere.
Moderati, europeisti e popolari, nuovi e vecchi democristiani dell'arco politico rimangono orfani dell'unico grande partito rimasto a farsi portavoce delle loro istanze. É questo il grande interrogativo che si apre ora in Parlamento.
Il rebus di Forza Italia
A un anno dalle elezioni europee che ridefiniranno gli equilibri a Bruxelles (ma anche a Roma) ecco un cruccio fra i tanti che lascia la morte di Berlusconi. Il cordoglio immediato, sinceramente commosso giunto a pochi minuti dalla notizia del decesso da Matteo Renzi e Carlo Calenda, leader separati in casa del Terzo polo, segnala una vicinanza non solo umana a Berlusconi e quello che lascia dietro di sé. E apre nuovi scenari.
Il primo rebus da sciogliere per anticipare le grandi manovre al centro, ora, è tutto interno a Forza Italia. Dove da mesi prosegue sotterranea e anche pubblica una faida interna tra correnti e diverse anime del partito vinta ai punti, per ora, dalla fazione più vicina alla famiglia del leader e fondatore e alla sua quasi-moglie Marta Fascina.
Le tensioni
Tensioni che rimarranno sopite, per un po', dietro al lutto e allo shock che tutti accomuna nella famiglia azzurra. Ma destinate a riaffiorare di certo. La parola "scissione", tra le file forziste, non è più un tabù. E se alcuni dei big forzisti delusi dal nuovo corso potrebbero scegliere di virare a destra all'interno della coalizione e avvicinarsi alle sponde di Lega e FdI, per altri è già pronto un biglietto di sola andata verso il rassemblement centrista, malconcio ma ancora in piedi, di Renzi e Calenda.
Le manovre per le europee
Manca ancora un tetto politico, a questa operazione di riordino al centro sospesa e piena di incognite nelle ore del cordoglio per Berlusconi. In tanti però lo cercano. Del resto le elezioni europee, con una soglia di sbarramento al 3 per cento, costringono di per sé le piccole e apolidi formazioni politiche centriste ad aggregarsi, unire le forze. Dai centristi di Noi Moderati alle anime più Dc ai confini di Lega e FdI, in tanti nelle prossime settimane inizieranno a muoversi e organizzarsi in vista del grande traguardo europeo.