Dovrà pagare lo Stato i risarcimenti chiesti a Doina Matei. Perché lei, condannata a 16 anni di carcere per l'omicidio di Vanessa Russo, è nullatenente. A distanza di 15 anni da quel delitto Matei deve restituire alla famiglia della vittima 760mila euro: questa la cifra che è stata stabilita.
Vanessa Russo, aveva 23 anni, venne uccisa con un ombrello nella metropolitana di Roma da Doina Matei, condannata in seguito a 16 anni per omicidio preterintenzionale aggravato. È tornata, da poco, a piede libero. Ogni giorno lo stesso percorso casa-lavoro: da via Quarrata a Fidene alla gelateria di via dei Serpenti nel rione Monti. La routine di Vanessa si è interrotta il pomeriggio del 26 aprile 2007 sulla banchina della stazione Termini. Quel giorno a Roma pioveva. Vanessa, 23 anni, era in metropolitana ed era seduta vicino a due ragazze. Ci fu una brusca frenata. Una delle giovani la urtò e la spinse con prepotenza per guadagnare spazio. Lei reagì male, uno scambio veloce di parole e la discussione continuò sulla banchina della stazione. Le ragazze vennero addirittura alle mani. Un paio di spintoni, e Vanessa venne colpita in faccia con un ombrello rosso con la punta di ferro. Crollò a terra e non rispose più. Dopo l'omicidio ci fu una causa civile per stabilire il risarcimento alla famiglia della vittima: quel risarcimento è stato quantificato in 760mila euro totali. Che non pagherà Doina Matei.