Massacra madre e padre con un'ascia. Ivano in carcere: "Non ricordo nulla"

Sabato 21 Novembre 2015 di Maria Stanco
Massacra madre e padre con un'ascia. Ivano in carcere: "Non ricordo nulla"
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Ventiquattro ore in carcere, da solo in una cella della Casa Circondariale di Sant’Angelo dei Lombardi, non sono bastate per far tornare la memoria ad Ivano Famiglietti. Il 27enne di Frigento, accusato di aver ucciso con un’ascia i suoi genitori, non ricorda nulla di quanto accaduto il giorno dell’omicidio avvenuto, con buona probabilità, giovedì mattina. Il giovane è stato interrogato ininterrottamente fino alle 23 di sabato sera ma sono pochissime le domande che hanno trovato una logica risposta.



Col passare delle ore, intanto, emergono nuovi ed inquietanti dettagli sul massacro di Contrada Amendola. Ivano, giovedì mattina, si sarebbe svegliato all’alba, intorno alle 5.30, molto prima del solito. Sarebbe uscito fuori a fumare una sigaretta per poi rientrare in casa. Proprio in giardino avrebbe trovato l’ascia usata per il delitto. Avrebbe salito le scale trovando la porta della camera dei genitori stranamente aperta.



Ivano si sarebbe concentrato prima sul padre mettendo fine alla sua vita con un colpo netto alla testa. Poi, avrebbe continuato ad infierire sul corpo del genitore: al torace, poi alle spalle. La madre, nel frattempo, si sarebbe svegliata. La furia, dunque, si sarebbe spostata su di lei. Altri colpi, altra violenza. Fino alla morte. Poi un dettaglio ancor più macabro, ancora oggetto di indagine. Il ragazzo avrebbe coperto la testa della donna con una busta. Agli inquirenti il compito di stabilire se l’abbia usata per soffocarla o per nasconderle il viso e non guardarla morire. L’autopsia è stata fissata per domani presso l’ospedale «Moscati» di Avellino.



Compiuto il delitto il 27enne si sarebbe chiuso la porta alle spalle, ha raccolto le lenzuola, è sceso al piano di sotto, ha acceso il fuoco ed ha bruciato la biancheria intrisa di sangue. Poi si sarebbe preoccupato di seppellire l’ascia nel giardinetto antistante l’abitazione. La sua vita da quel momento in poi è continuata con una sconvolgente normalità. Ivano ha pranzato preparandosi un panino con wustel. Stesso pasto per la cena ed il giorno successivo. La sua quotidianità scorreva, dunque, come se nulla fosse senza badare minimamente al cadavere dei genitori distesi al piano di sopra. Unico contatto con la realtà quelle telefonate insistenti della sorella Angela, preoccupata per l’assenza prolungata dei genitori.



Ivano avrebbe addirittura risposto ad una delle chiamate. C’è chi, tra i vicini, racconta di averlo visto davanti casa mentre passeggiava chiacchierando al cellulare. Tutto è al vaglio dei carabinieri della compagnia di Mirabella. Dopo l’arresto, con l’accusa di duplice omicidio aggravato, il 27enne ha parzialmente collaborato con le forze dell’ordine non ammettendo, però, l’assassinio. Dice di non ricordare quel che è accaduto tra le 6 e le 9 del mattino dello scorso giovedì. Come già accaduto in passato, ha raccontato di aver parlato con il demonio e di aver poi trovato, intorno alle 11, il cadavere dei genitori. Mai si è mostrato alterato o rattristato per l’accaduto.



«E’ completamente incapace di intendere. – ha dichiarato il suo legale, l’avvocato Gerardo Testa - Valuterò ogni opportuna difesa anche in merito ad una probabile richiesta di perizia psichiatrica». Nella giornata di ieri, intanto, è stato sottoposto ad una visita neurologia per accertare se, e da quanto tempo, non prendesse i suoi medicinali. Ivano, infatti, soffre di frequenti crisi epilettiche.
Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 11:11

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